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Roma, il futuro fa rumore ''Scudetto primo obiettivo''

(larepubblica.it-M.Pinci)ROMA – La nottata trascorsa ad attendere notizie dall’altra parte dell’Oceano non ha fatto bene alla fragile Roma di questo finale di stagione.

Redazione

(larepubblica.it-M.Pinci)ROMA - La nottata trascorsa ad attendere notizie dall'altra parte dell'Oceano non ha fatto bene alla fragile Roma di questo finale di stagione.

Che, abbracciata dall'America, ha abbandonato le speranze d'Europa. Forse definitivamente. Nonostante un presente amaro, il futuro bussa e fa rumore. Un rumore che non disturba certo le orecchie dei romanisti. James Pallotta, Jim per quelli che lo conoscono più da vicino, leggenda degli Hedge Fund, comproprietario dei Boston Celtics tornati grandi e socio di Thomas DiBenedetto nella scalata (conclusa) alla Roma, ha la sua idea per gli obiettivi prossimi del club dopo la svolta Usa. E non li nasconde.UNA ROMA DA TITOLO - "Il primo obiettivo è di gran lunga lo scudetto", giura Pallotta davanti ai microfoni dei cronisti da una sala dell'edificio in Federal Street, dove venerdì notte si è sancito il passaggio della maggioranza del club giallorosso nelle mani del gruppo di investitori americani. Una promessa che ha radici concrete nel passato sportivo dei soci del gruppo. "Quando Tom quasi trent'anni fa si è unito al gruppo dei proprietari dei Red Sox di Baseball, il suo obbiettivo era tornare a vincere il titolo e c'è riuscito. Lo stesso con me con i Caltics: dicemmo che puntavamo a vincere il campionato Nba entro cinque anni. E l'abbiamo fatto al quinto anno. La Roma ha vinto l'ultima volta nel 2001, lavoriamo per far tornare la squadra alla gloria di quei giorni". Per farlo, si punterà anche sullo sviluppo di un brand che

non ha eguali al mondo: "Roma è il marchio più conosciuto al mondo. Duemila anni di battaglie, cos'altro si può volere di più?". Appunto. Ma mister Pallotta assicura anche una passione che arriva dalle sue origini: "Io sono un italoamericano, ma mi considero molto italiano. Mio padre mi ha sempre detto 'tu sei prima di tutto italiano'. E mia nonna paterna era romana, si chiamavano Savioli, avevano un mobilificio a Roma. Invece il padre di mio padre era calabrese. Ho due figli, di 23 e 21 anni e il più grande si considera prima italiano e poi americano. In più tutta la mia famiglia ha sempre amato il calcio, anche se sino a una settimana fa non sapeva di questo mio impegno a favore della Roma". Un impegno che inizierà ufficialmente a breve: "Il 22 maggio sarò a Roma, magari all'Olimpico per vedere l'ultima di campionato". Sempre che i Celtics non arrivino in finale ai play off.Un impegno che sarebbe potuto iniziare anche molto tempo prima: "Avevo seguito l'affare Roma dopo il fallimento della trattativa con Soros. Poi per la crisi economica decisi di rimandare. Ma appena Tom DiBenedetto mi ha parlato della sua proposta ho deciso di fare la mia parte, anche perché conoscevo già il progetto". Qualcuno ha anche sussurrato che al centro del nuovo progetto possa esserci proprio Pallotta. Che, però, si schernisce: "Guardate, Tom è il titolare, io e gli altri siamo partner del Comitato Esecutivo. Insomma, alla fine dei giochi, è lui che prende le decisioni finali. Tutti noi ci conosciamo da una vita, siamo cresciuti assieme, e il nostro obbiettivo è far tornare la Roma a vincere lo scudetto". Anche per questo, servirà scegliere i giocatori migliori. Ma non chiedete a Jim se ha già dei preferiti: "Voi che dite, chi sono i più bravi? In questa fase non voglio fare favoritismi, non ne ho mai fatti tra i Celtics e non intendo farli tra i calciatori della Roma. Per me tutti i giocatori sono uguali anche se ovviamente ognuno ha i suoi beniamini". Come Totti: "Credo non si possa offendere se dico che è un giocatore speciale". Difficile dargli torto.DE ROSSI: "RIMASTO PERCHÈ TIFOSO" - Intanto, a Roma, il kappaò con il Palermo ha tolto le ultime speranze europee. Servirà una rivoluzione, per costruire una squadra vincente. Una rivoluzione che coinvolgerà anche Menez e Vucinic, contestatissimi per lo scarso impegno ed errori elementari dal pubblico dell'Olimpico. Per questo, grazie anche al finanziamento da 40 milioni complessivi da Unicredit alla nuova Roma, si cercherà di arrivare a Pastore, e ad alcune stelline emergenti già da tempo sul taccuino di Sabatini: i più noti, Lucas del Liverpool e Sandro del Tottenham, più tanti argentini e almeno un paio di brasiliani che giocano ancora a casa loro. Il sogno di Baldini - che ufficialmente alla Roma potrebbe sbarcare anche soltanto a fine ottobre muovendo intanto i fili da Oltremanica - è invece Bale. Ma per arrivarci potrebbe rendersi necessario un sacrificio ancora più grande. Come De Rossi. Che, Alla trasmissione "Il Senso della Vita" di Bonolis, si apre anche sulle vicende private: "Non credo che il mio rendimento calcistico sia sceso per le vicende personali che mi hanno colpito. Certo, sono cose che ti rimangono dentro. È difficile anche non pensarci quando riguarda tante persone che ti stanno vicine e poi la cosa diventa pubblica e finisce che ne parlano tutti i giornali. A un certo punto ho temuto di leggere il mio nome anche su Topolino". Un attacco all'ambiente da cui si è sentito accerchiato. Ma che, per ora, non gli fa suggerire di lasciare Roma: "Non sono rimasto perché qui c'è mia figlia. Sarebbe stato romantico dirlo, ma in realtà è perché sono innanzitutto un tifoso di questa squadra". Con un contratto in scadenza tra un anno e un rinnovo difficile, stavolta, potrebbe persino non bastare.