(Corriere della Sera - L.Valdiserri) - La maggioranza dei tifosi romanisti ha messo in conto un anno di sofferenze in nome del «progetto», affascinata da un'idea di gioco offensivo, capace di lanciare giovani promesse e mai rinunciataria.
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Roma, i dubbi dei tifosi su Luis
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) – La maggioranza dei tifosi romanisti ha messo in conto un anno di sofferenze in nome del «progetto», affascinata da un’idea di gioco offensivo, capace di lanciare giovani promesse e mai...
La partita di Udine è stata lontana da questi presupposti e, come tale, è stata rigettata anche da chi ha dato fiducia (quasi) illimitata al tecnico di Gijon. Una è la richiesta principale che viene fatta a Luis Enrique: frenare la tendenza a cambiare continuamente giocatori, ancorando la Roma a una formazione titolare. Se non negli 11, almeno in un blocco di 8-9. È possibile? I numeri della carriera di Luis Enrique dicono di no: ha utilizzato 31 giocatori nella stagione 2009-2010 e 33 in quella appena passata. Certo, le esigenze del Barça B erano diverse da quelle di una prima squadra, ma il dato è comunque indicativo. «Concorrenza» è una delle parole che l'allenatore usa di più. E non è un caso che la formazione venga comunicata anche ai giocatori solo un'ora e mezza prima della partita. Una modalità che non piace a parecchi, soprattutto della vecchia guardia. Nel dopo gara Luis Enrique ha detto una banalità tipicamente calcistica («Non meritavamo di perdere») e una frase che invece ha molto sorpreso, sugli esterni difensivi tenuti più «bassi» del solito: «È stata una scelta: ho pensato che fosse meglio avere il possesso palla tranquillamente, cercare il trequartista e le punte. Nella prima parte siamo andati così così, nella seconda siamo migliorati e la sconfitta è arrivata nel momento migliore». Taddei e José Angel sono giocatori prettamente offensivi.
Se devono giocare «bassi» non sarebbe meglio affidarsi a giocatori più difensivi come Cassetti o Heinze? Importanti le parole del direttore sportivo Walter Sabatini, che ieri era a Belgrado ma per seguire centrocampisti e non difensori in Partizan-Stella Rossa: «Udinese-Roma era una partita da 0-0. Poi abbiamo subito questa palla profonda e Kjaer è rimasto sul passo per l'infortunio: così abbiamo perso e quando perdi si lavora con un altro stato d'animo. Ci è mancata cattiveria, determinazione, ma dobbiamo saperlo accettare: non dobbiamo mai perdere l'idea di noi stessi. Il fatto è che quando non riusciamo a giocare nel modo in cui vogliamo non è obbligatoria la sconfitta. È una riflessione dolorosa da fare. Mi aspettavo una squadra più arrogante». L'infortunio di Simon Kjaer è serio: problema all'adduttore, l'ennesimo tra i giallorossi. Rientrerà dopo la sosta di Natale. Apre ancora di più l'emergenza in difesa e non permetterà al danese di riguadagnare qualche punto nella considerazione dei tifosi e dei dirigenti romanisti. Ora come ora il suo riscatto a fine stagione dal Wolfsburg è molto improbabile. A Firenze ci sarà la quindicesima formazione diversa? E Totti avrà recuperato dall'infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fuori a Udine? Senza il capitano la Roma ha perso 4 partite. L'umore di Totti non è certo dei migliori. Un tempo gli chiedevano di giocare anche quando era al 50%, contando comunque sulla sua classe immensa. Adesso, con Luis Enrique, le cose sono cambiate. Ma anche nella gestione della vecchia guardia non c'è molta chiarezza. Giovedì mattina Juan era stato descritto dall'allenatore come una specie di ferrovecchio, logorato da una stagione in cui, con Ranieri, «aveva giocato da infortunato». Venerdì sera era titolare in campo. In tanti non capiscono.
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