(Corriere dello Sport-R.Maida) Arriva agosto, rientra Nicolas Burdisso. E’ il suo mese: aveva abbracciato per la prima volta la Roma il 22 agosto 2009, l’aveva ritrovata il 28 agosto 2010 dopo l’interminabile trattativa con l’Inter,
rassegna stampa roma
Roma, è l’ora di Burdisso
(Corriere dello Sport-R.Maida) Arriva agosto, rientra Nicolas Burdisso. E’ il suo mese: aveva abbracciato per la prima volta la Roma il 22 agosto 2009, l’aveva ritrovata il 28 agosto 2010 dopo l’interminabile trattativa con l’Inter,
la raggiunge oggi di ritorno dall’Argentina. Per una serie di peripezie, ha saltato tutti e tre i ritiri della squadra con tre allenatori diversi: Spalletti, Ranieri e ora Luis Enrique. Ora si impegnerà per essere pronto per l’inizio della stagione. E’ esclusa la sua convocazione per l’amichevole di mercoledì a Budapest, è invece possibile che giochi il 12 a Valencia. Sempre che se la senta. SENZA FRATELLO - Stavolta negli spogliatoi di Trigoria si sentirà un po’ più solo. Perché il suo fratellino Guillermo, preso dalla Roma in prestito lo scorso anno, non è stato riscattato: ha lasciato la serie A con sole due presenze ( più una in Champions League) e ha trovato un ingaggio nell’Arsenal Sarandì, una squadra della serie A argentina. A 23 anni, cercherà di farsi un nome senza l’ombra di Nicolas. DELUSIONE - Quest’estate Burdisso senior ha giocato la Coppa America, che è finita molto male per gli argentini. Erano i grandi favoriti, nel torneo di casa, e sono stati eliminati quasi subito, nei quarti di finale, osservando con invidia la festa dell’Uruguay. Burdisso è stato tra i pochi a salvarsi, nel disastro generale, per quanto possa consolarlo. Ma questa eliminazione prematura ha favorito la Roma, che ha potuto avere indietro un punto fermo della difesa con qualche giorno di anticipo. INFORTUNIO - Burdisso aveva lasciato la squadra a maggio, quando ancora non erano perfettamente chiari gli scenari futuri. Non ha ancora avuto modo di conoscere i metodi di lavoro di Luis Enrique, anche se ha sentito per telefono Heinze, suo connazionale appena entrato a Trigoria. Ma è soprattutto lo staff medico della Roma ad aspettare con un pizzico di preoccupazione il suo ritorno. Il suo infortunio all’anca, che non gli ha impedito di completare la Coppa America ma non lo ha lasciato mai solo, va seguito con scrupolo. L’idea, fin quando è possibile, è di evitare l’operazione, che allungherebbe i tempi di recupero. Verrà tentata dunque la terapia « conservativa » , con una gestione attenta del dolore e del carico di fatica. NECESSITA’ - La Roma ha bisogno di Burdisso. Anzi, del Burdisso migliore. Quello che aveva spedito Mexes in panchina nell’anno del quasi scudetto, con una continuità di rendimento inaspettata e un carisma feroce. Se Juan ha 32 anni e i soliti acciacchi, se Heinze deve dimostrare di essere ancora un difensore di valore, il punto fermo davanti a Stekelenburg è proprio lui. Per questo occorre fare chiarezza sulle sue condizioni fisiche. Una Roma con Burdisso ha bisogno di un difensore centrale, una Roma senza Burdisso deve ricostruire la difesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA