(Corriere dello Sport - P. Torri) - Dire che il gol, almeno in questo momento, sia uno dei principali problema di questa Roma, ci sembra un po’ come scoprire l’acqua calda. I giallorossi, nelle quattro partite ufficiali giocate fin qui, hanno segnato la miseria di due reti, oltretutto conseguenza entrambe di calci da fermo, una miseria in assoluto, una miseria ancora più miseria per una squadra che, giustamente, vuole arrivare al gol attraverso il gioco.
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Roma, è l' ora di Borriello
(Corriere dello Sport – P. Torri) – Dire che il gol, almeno in questo momento, sia uno dei principali problema di questa Roma, ci sembra un po’ come scoprire l’acqua calda. I giallorossi, nelle quattro partite ufficiali...
Problemi di gioventù, intesi come età media dei giocatori ma anche di conoscenza reciproca tra un gruppo di calciatori che in estate è stato profondamente rinnovato. Ciò non toglie che una squadra che può elencare tra i suoi attaccanti un pacchetto che dice Totti, Borriello, Bojan, Osvaldo, Borini, Okaka (in attesa che si ristabilisca Lamela), in fase offensiva deve cominciare a produrre di più, forte anche della filosofia del suo allenatore che ha detto chiaro e tondo di giocare per segnare un gol in più degli avversari piuttosto che prenderne uno in meno.
BORRIELLO - Nei quattro tridenti fin qui schierati, l’unico che non è mai partito titolare è stato Marco Borriello. Una carenza che probabilmente stasera sarà colmata visto che per tutta la settimana Luis Enrique lo ha schierato in allenamento nel (presunto) tridente titolare. Ha giocato gli ultimi quattordici minuti (recupero escluso) nella partita di Bratislava, è questo si è trasformato pure in un problema sul mercato visto che sino al trentuno agosto il giocatore era stato messo in vendita. E’ stato assente, per un problema al collo, nella gara di ritorno contro gli slovacchi. In campionato è andato in campo nei trentuno minuti finali contro il Cagliari, appena dodici, poi, a San Siro contro l’Inter. Soltanto un anno fa era nel giro della Nazionale. Adesso riparte da un ruolo che non è il suo Gli esterni che vuole Luis Enrique però devono accentrarsi e convergere verso il dischetto del rigore... un centravanti che, più o meno un anno fa, era nel giro della nostra nazionale, non può essere un ruolino di marcia di quelli che inducono al sorriso. Eppure Borriello, sin dai primissimi giorni del ritiro, si è messo a disposizione del tecnico, accettando di provare a fare l’attaccante esterno, ruolo che, pure nell’atipico tridente di "Lucho", è un ruolo che per caratteristiche fisiche e tecniche, Borriello inevitabilmente fa un po’ fatica a interpretare. Oggi, comunque, dovrebbe toccare a lui, un po’ per una questione di probabilità, un po’ anche perché il rientro di Josè Angel dovrebbe garantire quei cross dalla linea di fondo, che sono il pane preferito di Borriello.
TRIDENTE - Dicevamo del tridente atipico del tecnico spagnolo. Per chi ha ancora negli occhi quello zemaniano, un centravanti come punto di riferimento offensivo, due esterni larghi che più larghi non si può con la doppia opzione di puntare il fondo o accentrarsi per cercare il tiro, beh qui stiamo parlando di tutta un’altra situazione. Perché con Luis Enrique il centravanti è prima trequartista e poi punta, mentre gli esterni sono più centravanti che punte laterali. Ecco perché l’allenatore arrivato da Barcellona ha voluto Osvaldo e Bojan, due che se decidessero dove giocare, si schiererebbero entrambi con la maglia numero nove sulle spalle. Ed ecco perché Borriello può tornare a essere Borriello in un modulo che, esasperando il concetto, è un tre-due- tre-due, con i due centrali difensivi più De Rossi sulla linea difensiva, Pjanic e Pizarro (prendendo come riferimento la formazione di San Siro) i primi due, Perrotta-Totti-Taddei la linea dei trequartisti, Borini e Osvaldo le due punte centrali.
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