(Corriere dello Sport – R.Maida) - Non c’è un attimo di tregua, in campo.Trabajo y sudor e anche tanto movimento, nella costante ricerca della qualità. Si comincia a vedere la Roma di Luis Enrique, anche se l’amichevole con il Vasas Budapest è stato l’incontro tra un peso massimo e un peso piuma.
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Roma e 4-3-3 ecco i segreti
(Corriere dello Sport – R.Maida) – Non c’è un attimo di tregua, in campo.Trabajo y sudor e anche tanto movimento, nella costante ricerca della qualità. Si comincia a vedere la Roma di Luis Enrique, anche se l’amichevole con il...
La squadra ha giocato con personalità tenendo sempre la partita sotto controllo, ha concesso poco all’avversario, è stata rapida e armonica. Sono i bagliori di un mondo nuovo che piace ai giocatori: chiunque parli di Luis Enrique, a parte Brighi che si è lamentato attraverso il manager, come minimo ne riconosce un carisma e una preparazione eccezionali. DE ROSSI -La Roma sta prendendo forma soprattutto sul piano tattico. E’ ormai evidente che il 4-3-3 di Luis Enrique è un modulo di riferimento, che va interpretato a seconda delle situazioni e delle necessità. Quando la squadra comincia l’azione, De Rossi (ma ormai anche Viviani) si abbassa sulla linea difensiva, i due centrali si allargano e i terzini salgono. Il ruolo del regista, simile aquello di Xavi nel Barcellona, è un presupposto fondamentale per sviluppare il gioco. Luis Enrique inorridisce davanti all’ipotesi del lancio lungo: il passaggio deve essere comodo e veloce, mai precipitoso. IL CAPITANO -Nella fase di impostazione, la Roma si piazza quindi con una specie di 3-4-1-2, lo schema dell’ultimo scudetto. Prezioso - tanto per cambiare - diventa poi il contributo di Totti. Che è nello stesso tempo centravanti e trequartista. Centravanti per posizione, trequartista per movimenti. Spesso viene incontro,«palla addosso»come diceva Ranieri, portando fuori posizione i difensori avversari. Quando gli arriva il passaggio, Totti ha la possibilità di mandare in porta i due intermedi, soprattutto Perrotta che conosce a memoria le sue verticalizzazioni, oppure gli esterni d’attacco. DUTTILITA’ -E qui si spiegano le richieste di mercato dell’allenatore. A Luis Enrique servono calciatori che sappiano adattarsi a molte posizioni e molte soluzioni tattiche. A Budapest, guardando le caratteristiche, la Roma ha giocato per un’ora con tre centravanti(o quasi). Solo che Borriello, nonostante l’impegno, non ha ancora acquisito gli automatismi dell’esterno. Al suo posto servirebbe un attaccante veloce nel puntare la porta - quando Totti arretra come vertice basso del triangolo offensivo - ma anche pronto a sacrificarsi in copertura e ad andare verso il fondo per inventare un assist: uno alla Bojan. Uno, si spera a Trigoria, alla Lamela. O alla Nilmar, per parlare di un tipo di giocatore che la Roma ha cercato. IN DIFESA -Nella fase difensiva, e di recupero del pallone, il 4-3-3 si trasforma in 4-5-1, con la partecipazione dei due esterni d’attacco, o 4-4-2, se Luis Enrique preferisce lasciare due uomini sopra la linea del pallone per sfruttare le ripartenze. Naturalmente la difesa rimane alta per accorciare gli spazi e mettere pressione all’avversario. Anche sotto questo aspetto, contro il Vasas ci sono stati dei progressi. Va migliorato il piazzamento dei difensori in area sulle palle inattive. Ma è tutto calcolato: finora Luis Enrique non ha quasi mai fatto esercitare i giocatori in questa specifica situazione di gioco.
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