rassegna stampa roma

Roma, così si dribbla la tessera del tifoso

(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) Occhio a questa data: 23 settembre. Potrebbe essere il momento in cui arriverà il primo colpo di piccone sulla tessera del tifoso, almeno nella sua versione casalinga.

Redazione

(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) Occhio a questa data: 23 settembre. Potrebbe essere il momento in cui arriverà il primo colpo di piccone sulla tessera del tifoso, almeno nella sua versione casalinga.

Fra 8 giorni infatti la Roma, come annunciato, metterà in vendita il proprio carnet elettronico per le partite casalinghe (16: dal 23 ottobre), cioè una sorta di abbonamento virtuale che non avrà bisogno — ed è qui la novità stagionale— della tessera del tifoso. Tutto senza avere avuto finora l'okay da parte dell'Osservatorio sulle Manifestazioni sportive, che oggi si riunirà senza avere peraltro la questione all'ordine del giorno, a meno di (possibili) sviluppi.

OGGI L'OSSERVATORIO Vi pare una notizia già sentita? Be', avete ragione. L'iniziativa infatti fu presentata il 15 luglio dalla dirigenza, che sottolineò correttamente come questa card non avrebbe consentito le trasferte, permesse solo con la tessera benedetta dal Viminale. Quel giorno stesso però Lorenzo Contucci — noto per essere l'avvocato degli ultrà e per questa iniziativa consulente del club giallorosso — dichiarò subito: «È la vittoria di una battaglia, non di tutta la guerra. Se l'articolo 9 della legge Amato (che prevede il Daspo, ndr) non verrà abolito, inizieremo una battaglia politica». Dopo pochi giorni però l'Osservatorio si fece sentire, pressato anche da tutti gli altri club adeguatisi al protocollo di giugno, che prevede l'obbligatorietà della tessera del tifoso per gli abbonamenti. L'iniziativa fu giudicata «valida in prospettiva futura, ma con ulteriori approfondimenti». Fu lo stop, che portò all'amara retromarcia giallorossa. Ma dopo il flop della campagna abbonamenti, chiusa a poco più di 17.000 tessere (mai così male da 15 anni), a Trigoria hanno deciso di rompere gli indugi, riproponendo l'iniziativa. Stessa sicurezza «È solo un provvedimento di biglietteria, una iniziativa commerciale — spiega l'a.d. Fenucci —. La Lottomatica, poi, è collegata col sistema di "Questura on line" e perciò la nostra card, che ha anche la foto e sarà venduta solo in punti di vendita speciali, offre le stesse garanzie di un biglietto e, anzi, consente una migliore gestione dell'ordine pubblico, se si pensa che per Roma-Cagliari sono stati venduti 5.000 biglietti in due ore».

Dal Viminale invece filtra un altro concetto: l'iniziativa ha tanti aspetti positivi, forse sarà il punto di arrivo per gli incontri casalinghi, ma non c'è motivo di un'accelerazione che intacca il protocollo e spiazza gli altri club. Insomma, le ragioni non mancano da entrambe le parti, ma da Trigoria (divisa tra falchi e colombe) filtra come la Roma voglia andare avanti in ogni caso, sfidando anche un eventuale nuovo stop dell'Osservatorio, anche perché, dicono, il protocollo non è legge e non è stato neppure ratificato dalla Lega. Certo, la china è rischiosa, tanto più che sulla vicenda si sono innestate polemiche politiche (Lega, Sel etc.). Essendo poi valutazione comune che il 90% di tali carnet saranno venduti nelle curve, al Viminale prende quota una ipotesi: che la Roma faccia tutto questo per ingraziarsi il tifo più duro e far metabolizzare meglio l'inizio più difficile del previsto. Machiavellico. A ruota Inutile dire come sono tante le società pronte a seguire subito a ruota la Roma. Se i grandi club non paiono granché interessati visto il bacino di tesserati, i medio-piccoli sono alla finestra. Palermo, Sampdoria e Cesena si stanno muovendo, ma anche la Lazio aspetta, visto che ad aprile aveva proposto una iniziativa analoga (bocciata). Occhio però, solo la maggior parte delle società (non tutte) hanno una biglietteria che si appoggia a «Questura on line» e questo potrebbe essere un problema. Una cosa è certa: la Roma non vuole rinunciare ad avere mani libere e nuovi possibili introiti. Pecunia non olet, ammonivano i latini. Ma pare si dica così anche in America.