(Il Messaggero - A.Angeloni) - La Roma dei giovani piace, così come l’idea di proporre il bel gioco sta colpendo positivamente l’ambiente e i calciatori stessi. Qualcosa va ancora risolto, compreso il mercato che servirà per completare la rosa.
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Roma con tre spine
(Il Messaggero – A.Angeloni) – La Roma dei giovani piace, così come l’idea di proporre il bel gioco sta colpendo positivamente l’ambiente e i calciatori stessi. Qualcosa va ancora risolto, compreso il mercato che servirà per...
Sono piccole questioni che vanno messe a posto. Questioni tattiche, strategiche e anche situazioni che riguardano la stabilità fisica (chi più chi meno) di giocatori ritenuti indispensabili da Luis Enrique. Le situazioni tattiche, ormai non è una novità, riguardano Marco Borriello e David Pizarro, due grandi protagonisti della Roma del passato e del recente passato. L’attaccante si è presentato in ritiro con i migliori propositi, nonostante la gaffe di Sabatini il giorno del suo insediamento ufficiale in giallorosso, quando disse «Borriello è un problema». Dichiarazioni poi aggiustate, messe in ordine con il tempo. Borriello ha cominciato a lavorare sapendo di andare incontro a difficoltà. Luis Enrique lo sta provando da centravanti esterno. Lui ce la mette tutta, si impegna, fatica, ma quello non è il suo ruolo ideale. Marco è uno a cui piace stare in area e nel calcio del tecnico asturiano non è previsto un centravanti con quelle caratteristiche. Diciamo che Borriello in quella zona di campo che ricopre attualmente per ora è una forzatura e se arrivasse un’offerta degna, sia lui sia la Roma la prenderebbero in considerazione. Ma non è facile piazzare un giocatore dall’ingaggio così oneroso. Il Psg ci aveva fatto un pensierino, ora sta dirottando su Berbatov.
Il Genoa era disposto a riprenderlo ma lui vuole una big. L’Inter? Se cede Milito. Oppure il suo Napoli. Ma alla Roma ancora non è arrivato nulla e Borriello al momento non si muove. La Roma ha già in mano il suo sostituto, Denis Stracqualursi, argentino classe ’87, gioca nel Tigre, ha passaporto comunitario. Un po’ lo stesso discorso vale per Pizarro, che ha perso il posto di perno del centrocampo. Anche lui, da grande giocatore qual è, sta provando ad adattarsi, con risultati altalenanti. E’ lo stesso motivo per cui lo scorso anno Ranieri lo ha escluso: De Rossi viene considerato il centrale (Viviani il suo vice) e se non si gioca con due mediani, il Pek viene automaticamente defilato. La Roma non lo forza ad andare via, lui nemmeno pensa all’addio. Finirà con l’adattamento forzato al nuovo ruolo o con possibili panchine. Ma fino alla fine di agosto può accadere di tutto. Da ricordare che Pizarro è extracomunitario e un suo passaggio all’estero libererebbe un posto per l’entrata di un altro straniero. Sabatini però non pensa tanto alla sua cessione, quanto a quella di Simplicio e Barusso, che per adesso non si vogliono muovere. Aspettano una buonuscita per andare via con il sorriso. Buonuscita che la Roma ha dato a Doni, a Julio Sergio e per adesso evita di accontentare la coppia Barusso-Simplicio. Da qui, il piccolo stop sul mercato degli extracomunitari, cioè quelli che piacciono di più al ds della Roma. Ci sono, infine, giocatori che devono risolvere i loro problemi fisici. Parliamo di gente fondamentale per Luis Enrique, tipo Burdisso e Juan, ovvero due titolari. L’argentino ha un’infiammazione inguinale, ha scongiurato per ora l’intervento. Si parla di una terapia conservativa, che vuol dire pochi allenamenti e forma sempre approssimativa (un po’ quello che succede a chi soffre di pubalgia). E Juan? Stagione cominciata, allenamenti con la squadra, due o tre. Poi solo fisioterapia e riposo. Il brasiliano si muove tra fastidi muscolari e un tendine rotuleo che gli procura grossi problemi. E non si sa quando sarà pronto. Problemi di lieve entità quelli di Lamela. In Argentina si parla di una semplice distorsione alla caviglia e che negli ottavi di finale ci sarà. Ma la lontananza (il giocatore è in Colombia per il Mondiale under 20), agita la Roma.
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