(Corriere dello Sport-L.Ferrajolo) E' bastato un colpo di tacco per scoprire il bluff della Roma. E per cambiare la storia della partita. Il colpo di tacco l'ha inventato Amauri, che in cinque minuti ha segnato quanto non gli era riuscito in mesi e mesi.
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Roma, ci risiamo: vittoria buttata
(Corriere dello Sport-L.Ferrajolo) E’ bastato un colpo di tacco per scoprire il bluff della Roma. E per cambiare la storia della partita. Il colpo di tacco l’ha inventato Amauri, che in cinque minuti ha segnato quanto non gli era...
E il colpo di tacco, oltre a mettere in ginocchio la Roma, ha scosso il Parma e rimesso Amauri su un piedistallo, che aveva perso da tempo. Se basta un colpo di tacco, sia pur bello e velenoso, per mandare in tilt la Roma, vuol dire solo una cosa: che Montella, come si supponeva, non è il mago Merlino e la Roma resta una squadra malata, spenta e in seria difficoltà. Molti hanno insinuato che nelle ultime esibizioni si fosse 'risparmiata' per fare dispetto a Ranieri. La curva l'ha accolta con fischi, nonostante il blitz di Bologna, quasi per dirle: ma come, ora ti rimetti a giocare? I sospetti si sono moltiplicati perchè nel primo tempo, con un Parma rassegnato, esangue, la Roma ha dominato, giocando da sola. Due gol in poco più di mezz'ora, strada spianata, tanto che molti hanno cominciato a contare i punti di ritardo dal quarto posto. Sia pur su ritmi bassi, ha cominciato a girare attorno a Pizarro, che ha saputo dettare tempi, giocate, inserimenti dei centrocampisti. E' parso di rivedere la vecchia Roma spallettiana, anche se in sedicesimo, con pochi cambi di velocità e scarsa frequentazione sulle fasce. Totti si è scatenato, rincorrendo come un ragazzino gli avversari e cercando di festeggiare le sue 600 gare (o 601?) con qualcosa di importante. Dopo 12 minuti, Paletta, su lancio di Vucinic, lo ha atterrato, ma Brighi non se l'è sentita di concedere il rigore, che però è arrivato cinque minuti dopo. Stupido, ma ruvido, il fallo di Lucarelli su Taddei, mentre l'azione languiva nell'area del Parma. Dal dischetto, Totti ha festeggiato il gol numero 197 ed ha aperto la strada ai compagni. RADDOPPIO E CROLLO - E infatti al 36 è arrivato il raddoppio, dopo lunghi e sapienti palleggi dei romanisti e una regia sempre più lucida di Pizarro. Angolo del cileno, De Rossi ha incornato bene, Mirante si è salvato a mani aperte e sul pallone Juan si è avventato prima di Modesto. Sul Parma non avrebbe scommesso nessuno: troppo timido, troppo inconcludente, troppo remissivo. Solo che un attimo prima di andare al riposo, su un fallo di Giovinco, è finita la partita di Pizarro. Neanche una brutta copia, il Simplicio che lo ha sostituito nella ripresa. Basta questo a spiegare il crollo romanista? Possibile che senza il cileno la squadra si sia smarrita, sino a farsi mettere sotto da un Parma che sembrava impotente e che Marino ha cercato di rinvigorire con Crespo? Per un quarto d'ora la Roma ha continuato a giochicchiare, Totti ha cercato di scuoterla con uno spunto personale, su cui Mirante si è salvato a stento. Ma è stato l'ultimo bagliore, perchè il colpo di tacco ormai era in arrivo. Amauri, sino a quel momento assente, si è svegliato di colpo. Cross da destra di un vivacissimo Valiani, Amauri anticipando Juan, col tacco ha deviato nell'angolo opposto. Gol bellissimo che ha accecato la Roma. Preso il gol, infatti, è tornata quella di Ranieri, quella di questi mesi. Verrebbe da dire: quella di sempre. E' andata subito in confusione, ha perso sicurezza, si è capito che stava barcollando. Altro cross di Valiani e sempre da destra, Cassetti ha respinto alla meglio, il pallone è rimasto lì tra mille gambe, Amauri ha anticipato Burdisso con un tocco non forte ma beffardo. RITORNO ALLE ORIGINI- La rimonta del Parma, che ha avuto la forza di rimettersi in piedi quando sembrava spacciato, la dice lunga sugli affanni e sulla fragilità della Roma. Anche sulle sue condizioni atletiche, apparse a dir poco allarmanti. Ha giocato un'ora a stento, ma sempre con poco ritmo e poca velocità e quando ha subito il gol, alle gambe pesanti si è aggiunta la testa: ha smesso di correre e di ragionare, tanto che ha rischiato di prendere anche il terzo in contropiede. Montella sinora ha fatto quel poco che poteva: e' tornato alle origini, scegliendo la vecchia guardia e rispolverando il 4-2-3-1, ma non basta per dare enegie e tranquillità ad una squadra che ha perso fiducia in se stessa. Pizarro, gestendo con personalità il centrocampo, ha mascherato le magagne, ma uscito lui, si è spenta la luce. Il Parma invece ha fatto vedere due facce: molle e insipido nel primo tempo, svelto e intraprendente nella ripresa.
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