(Il Messaggero-S.Carina)La Roma perde la ‘prima’ del 2011. Ranieri, invece, momentaneamente la parola, che ritrova – a sorpresa - solo in un secondo tempo ai microfoni amici di Roma Channel.
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Roma, che confusione
(Il Messaggero-S.Carina) La Roma perde la ‘prima’ del 2011. Ranieri, invece, momentaneamente la parola, che ritrova – a sorpresa – solo in un secondo tempo ai microfoni amici di Roma Channel.
A sorprendere, nel primo rendez-vous calcistico del nuovo anno giallorosso, non è tanto la sconfitta contro l’Atletico Roma (secondo in classifica nel girone B di Lega Pro, Prima Divisione) maturata in pieno recupero, quanto la decisione del tecnico di non presentarsi in conferenza stampa (al suo posto, Simplicio).
Elena Turra, responsabile dell’area-comunicazione del club, ha provato a giustificare l’assenza, affermando che l’allenatore ha preferito rimandare le domande dei giornalisti presenti a mercoledì poiché «altrimenti non si sarebbe parlato che della gara di campionato contro il Catania; tanto vale aspettare la conferenza pre-partita». Singolare, tuttavia, come un paio di ore dopo, le parole del tecnico siano state trasmesse dal canale tematico della società.
La realtà, quindi, è un’altra. Alle ore 17 di ieri, la Roma non aveva ancora la certezza del ritorno di Adriano (previsto per questa mattina all’aeroporto di Fiumicino, con il calciatore atteso alle ore 15 a Trigoria) e Ranieri ha preferito evitare le inevitabili domande che ci sarebbero state sia sul conto del brasiliano (che ieri, prima della partenza per l’Italia, ha pranzato in un noto ristorante di Rio de Janeiro con Ronaldinho) che su quello di Pizarro e Mexes (che il 31 dicembre, parlando del suo rinnovo, ha sorpreso non poco, dichiarando: «La Roma non mi ha ancora offerto nulla»). Meglio, quindi, regalare due battute sull’amichevole (a Roma Channel) e rimandare i quesiti impertinenti di qualche giorno quando almeno il caso-Adriano (è questo l’augurio che si fanno in società) sarà rientrato. In caso contrario, sarà interessante valutare la posizione del club giallorosso che nella scorsa estate ha inserito nel contratto firmato dal brasiliano, la possibilità d’impugnarlo qualora l’attaccante non tenga comportamenti corretti. Su Pizarro, invece, nonostante le rassicurazioni del dirigente Tempestilli, spinto dal turn over della Sensi ai microfoni di Sky – «Non c’è nessun caso con David. Certo, non ci nascondiamo e sappiamo che i calciatori quando non giocano possono essere amareggiati. Questo, però, fa parte del mestiere e tutti devono capire di essere utili ma non indispensabili» – esistono ancora molte perplessità sulla data del suo rientro nella capitale che i media cileni ritengono probabile per il 10.
Incertezze extra-calcio che la Roma ha riversato anche in campo. Per la prima gara dell’anno, Ranieri rispolvera inizialmente il 4-1-4-1 con Totti centravanti. In tribuna si mormora che siano le prove per un eventuale modulo-Behrami (al quale un gruppetto di tifosi ha riservato il coro: ‘Noi Behrami non lo vogliamo’). Quale sia l’interpretazione da dare - in realtà l’arrivo dello svizzero, come quello di Sculli, è congelato da Unicredit (per ora c’è il no)- l’esperimento dura molto poco: il tempo di subire un gol da Doudou (tocco ravvicinato a seguito di un diagonale di Miglietta con Riise in versione spettatore non pagante) e il tecnico alza immediatamente i due esterni (Menez e Vucinic) regalando un 4-3-3 offensivo. Roma pericolosa e abbastanza fluida nella manovra nella prima mezz’ora, grazie all’ottima vena del francese. Poi, tocca a Doudou che per anticipare Totti spedisce la palla sul palo. Partita divertente: ancora Menez (palo su assist di Totti) e Greco (bella serpentina) mettono i brividi al giovane Previti che non si fa sorprendere nemmeno da Totti al 13’, da Vucinic al 18’ e da Mexes un minuto dopo.
E’ una Roma che nonostante lo svantaggio, non dispiace, padrona del campo, ben disposta ad attuare un pressing alto e con un Perrotta pronto a riprendersi il posto da titolare contro il Catania. Da rivedere, invece, il reparto difensivo, apparso in difficoltà sulle palle alte (soprattutto Juan su Ciofani) e nelle rare volte che è stato preso in velocità (giallo Mexes per fermare Esposito). Dopo aver ripreso fiato per una decina di minuti, la Roma ricomincia a premere con il piede sull’acceleratore alla ricerca del pari. Tocca a Vucinic, con un tiro a giro (38’), trovarlo.
Nel secondo tempo, Ranieri cambia l’intero undici. Nella nuova squadra, in difesa spicca la coppia dei fratelli Burdisso mentre l’inedita mediana a ‘rombo’ - con Antunes e Cicinho ai lati di De Rossi e Simplicio trequartista - supporta la coppia Borriello-Okaka. Nuova amnesia difensiva al 56’ con Chiaretti che beffa con un colpo di testa Doni subentrato a Julio Sergio. A differenza del primo tempo, però, la reazione tarda ad arrivare. Ci vuole un rigore, a dir poco generoso (75’), per riaccendere la gara: Borriello, però, dal dischetto esalta i riflessi di Paoletti.
A tre minuti dal termine, Burdisso trova il pari (assist di Pettinari). Sembra finita ma la Roma è in vena di regali. A tempo scaduto, Doni si limita a guardare la parabola di un cross di Babù che Chiaretti, sulla linea di porta, spedisce in rete. Finisce così 3-2, con più di qualche fischio (giustificato) dagli spalti. Troppo poco per giustificare il costo (20 euro) del biglietto, non certo amichevole.
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