Frenano a sorpresa le trattative tra Dan Friedkin e il proprietario della Roma, James Pallotta. Dopo settimane di discussioni, con il coinvolgimento degli advisor di Goldman Sachs e Jp Morgan e dei legali di Chiomenti e Tonucci, la trattativa si ferma davanti a uno scoglio: quello economico e della valutazione del club. Oltre una certa asticella il texano non sarebbe disposto ad andare, anche perché l'uomo d'affari texano avrebbe fatto un'offerta con una significativa iniezione di liquidità per la società giallorossa alle prese con un aumento di capitale da 150 milioni di euro. James Pallotta e gli altri investitori puntano ad uscire dal club monetizzando la partecipazione.
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Roma, cala il gelo tra Friedkin e Pallotta
Trattativa in stand by: pesano la valutazione e i piani per lo stadio
Quattro i fattori da prendere in considerazione, scrive Carlo Festa su "Il Sole 24 Ore": la capitalizzazione di Borsa del club, che oggi si assesta sui 400 milioni in seguito ai recenti rialzi sulla scia delle speculazioni, i debiti della società (attorno ai 250 milioni), l'aumento di capitale e il progetto stadio, il cui iter autorizzativo deve ancora terminare, malgrado il recente ottimismo in ambito istituzionale.
Proprio su quest’ultimo fronte ci sarebbe una netta divisione tra le parti: Pallotta considererebbe lo stadio parte integrante della valutazione, che a questo punto potrebbe essere superiore ai 750 milioni (compreso il debito) già ipotizzati. Al contrario Friedkin valuterebbe come irrealistica la richiesta di pagare un prezzo superiore all’attuale valutazione in vista di uno stadio che forse sarà pronto in futuro. L'incertezza di queste ultime ore, tranne che non ci sia un riavvicinamento tra le parti, potrebbe vanificare un accordo.
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