(La Gazzetta dello Sport - A.Pugliese) - Niente più samba, a Trigoria oramai si balla solo il tango.
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Roma argentina, guida Burdisso
(La Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) – Niente più samba, a Trigoria oramai si balla solo il tango.
E se con il Cagliari si è giocato per la prima volta senza neanche un brasiliano in squadra dopo ben sei stagioni l'ultima fu Roma-Parma del 21 settembre del 2005, adesso si aspetta solo di assistere alla prima partita giallorossa piena zeppa di argentini. Probabilmente non succederà domani sera a Milano, contro l'Inter, dove però la colonia biancazzurra sarà già folta: Burdisso e Heinze, infatti, saranno sicuramente della partita, Osvaldo e Gago rischiano di entrarci a gara in corso. E Lamela chissà, potrebbe anche essere il sorpresone dell'ultimo momento.
Supremazia La cosa era nell'aria, visto che quest'anno con l'arrivo a Roma di Walter Sabatini che da sempre ha un canale preferenziale con l'Argentina per la prima volta dopo 16 anni la colonia albiceleste è più folta di quella verdeoro: 5 giocatori Burdisso, Heinze, Gago, Osvaldo e Lamela contro 4 Taddei, Juan, Simplicio e Cicinho. L'ultima volta che successe fu nel 1996-97, quando al cospetto del solo Aldair c'erano gli argentini Balbo e purtroppo Trotta, con Carlos Bianchi in panchina. Poi la storia della Roma ha sempre parlato solo brasiliano. Anche negli ultimi anni, quando l'orgoglio argentino in rosa è sempre stato difeso bene da Nicolas Burdisso. Oggi, il difensore centrale è una delle anime della squadra «È stato bello conoscere De Rossi e Burdisso, due dei "capi" dello spogliatoio», ha detto ieri Borini nel giorno della sua presentazione e sarà proprio lui a provare a guidare i giallorossi alla riscossa al Meazza.
Ritorno Già, il Meazza, lo stadio che è stato casa sua per ben cinque anni dal 2004 al 2009, dopo che i nerazzurri lo prelevarono 23enne in Argentina, dal Boca Juniors. A Milano Burdisso ci ha vissuto tra alti e bassi, condizionato, soprattutto all'inizio, dalla malattia leucemia linfoblastica acuta con rischio standard di Angelina, la sua bambina. A 23 anni Burdisso aveva già vinto tanto due coppe Intercontinentali, un'Olimpiade e un Mondiale Under 20 ma la battaglia più dura era ancora lì, davanti ai suoi occhi. Ad aiutarlo a vincerla fu anche Massimo Moratti, che lo lasciò libero di andare in Argentina e di starci tutto il tempo che voleva, per seguire da vicino le cure di Angelina. «Quel giorno capii di avere l'uomo con il cuore più grande d'Italia», disse Nicolas. Che però, da lì a distanza di un paio di anni avrebbe scelto Roma.
Spirito Chiuso in nerazzurro dove ha vinto 4 scudetti, due Coppe Italia e quattro Supercoppe, arrivò in prestito nell'estate del 2009 e si guadagnò ben presto considerazione e rispetto. Con lo spirito da guerriero tipico degli argentini, quello stesso spirito che ha spinto Claudio Ranieri nel 2010 a chiederne la sua conferma prima di ogni altra operazione di mercato. Ora quello stesso spirito Nicolas lo ritrova vicino a sé, con Heinze che gli ha giocato a fianco con il Cagliari e lo supporterà probabilmente a sinistra al posto di José Angel domani sera, contro da sempre la più argentina delle squadre italiane. Se poi anche Osvaldo e Gago decidessero di cominciare a combattere un po' di più, allora il tango avrebbe davvero più senso del samba brasileiro. Aspettando Lamela, chiaramente...
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