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Roma agli americani? Incontro a New York

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Sono atterrati al tramonto, mentre il sole moriva nell’Hudson e Manhattan si svuotava, preparandosi alla cena. Roma era già andata a letto, pronta a sognare— e chissà se questa sarà la volta...

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Sono atterrati al tramonto, mentre il sole moriva nell’Hudson e Manhattan si svuotava, preparandosi alla cena. Roma era già andata a letto, pronta a sognare— e chissà se questa sarà la volta buona— un futuro a stelle e strisce.

Da ieri sera, lo stato maggiore di UniCredit è a New York. Il vice direttore generale Paolo Fiorentino, il responsabile corporate e investment banking Italia Piergiorgio Peluso, l’avvocato dello studio Grimaldi Roberto Cappelli per la parte legale. Oggi, negli uffici di una banca d’affari a Midtown, incontreranno gli imprenditori statunitensi pronti a rilevare la Roma.

Rush finale Non sarà un incontro di routine, ma un aggiornamento tra le parti, forse decisivo. UniCredit e americani trattano da mesi, la cordata statunitense ha presentato un progetto che la banca ritiene più affidabile di quelli arrivati dall’Italia. La due diligence sui conti della Roma, però, ha messo a dura prova le convinzioni degli americani. Rilevare un club che veleggia verso un passivo di 35-40 milioni, in prossimità del fair play finanziario imposto dall’Uefa, non è un gioco da ragazzi. La necessità di ricapitalizzare, appena insediati, deve avergli suggerito qualche riflessione in più. Per questo UniCredit sarebbe pronta a restare nell’azionariato del club, da cui verrebbe esclusa completamente la Sensi, con una quota di minoranza, padrona in futuro di conservarla o passarla ad un imprenditore romano interessato allo stadio. Ipotesi caldeggiata dagli americani. Di questo oggi discuteranno le parti. Sul tavolo il lavoro di questi mesi portato avanti dagli advisor, Rothschild per UniCredit e Pricewaterhousecoopers per i compratori. All’incontro parteciperà anche l’avvocato Mauro Baldissoni dello studio Tonucci, che cura la parte legale degli acquirenti, già protagonista nel tentativo Soros di tre anni fa. All’incontro di oggi, se verranno sciolti gli ultimi nodi, potrebbe seguirne un altro a stretto giro di posta, con l’offerta definitiva. Siamo al rush finale, la scadenza resta il 31 gennaio.

Idee chiare Il team di investitori è eterogeneo. Capocordata è un bostoniano già azionista dei Red Sox di baseball, gli altri hanno interessi in tanti settori, dalle telecomunicazioni all’edilizia, fino a imprese di sicurezza. Hanno un progetto a lungo termine: vogliono fare della Roma una moderna «media company» , che si basi sulle performance della squadra ma sfrutti, finalmente, le potenzialità del marchio giallorosso. Marketing, merchandising, stadio di proprietà (comunque non una conditio sine qua non). E ancora, potenziamento del vivaio da affidare a Zeman, nel segno di una filosofia in stile Barcellona. Con le idee chiare pure sul futuro management del club, hanno già contattato, e sono in attesa di risposta, Franco Baldini per il ruolo di direttore generale, e Walter Sabatini per quello di d. s. Sognano sulla panchina Guardiola o Ancelotti. Mentre i suoi uomini volavano a New York, qui l’a. d. di UniCredit Federico Ghizzoni certificava: «Stiamo lavorando duramente per la Roma» . E Michel Platini era costretto a precisare: «Mai avute pressioni da Uni-Credit per favorire la Roma in Champions» . Chiacchiere, la partita vera si gioca in un grattacielo newyorchese.