rassegna stampa roma

Roma a testa alta

(Il Messaggero – U. Trani) – Sarà l’Inter a giocare la finale di Coppa Italia, contro il Palermo (comunque vada è in Europa League) domenica 29 Maggio, la sua sesta delle ultime sette edizioni. La Roma, invece, si dedicherà alle...

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(Il Messaggero - U. Trani) - Sarà l’Inter a giocare la finale di Coppa Italia, contro il Palermo (comunque vada è in Europa League) domenica 29 Maggio, la sua sesta delle ultime sette edizioni. La Roma, invece, si dedicherà alle due gare in campionato per arrivare quarta e disputare i preliminari di Champions.

L’1 a 1 di San Siro promuove i nerazzurri solo perché erano stati capaci di vincere all’Olimpico, 1 a 0 nella semifinale d’andata. Il gol di Borriello, a digiuno dal 2 Febbraio e sfortunato per aver colpito due pali con la stessa conclusione, arriva troppo tardi. I giallorossi escono a testa alta dalla competizione. Montella ha almeno la consolazione di far bene ancora una volta in trasferta. Si presenta a Milano cambiando per la prima volta l’assetto di partenza e fa vedere di guardare anche più avanti. La Roma del futuro, su indicazione della nuova dirigenza italiana (non i proprietari statunitensi), giocherà con tre centrocampisti, come fanno le migliori formazioni del continente. A San Siro vara il 4-3-2-1, lasciando per una sera il solito 4-2-3-1. La difesa davanti a Doni è sempre la stessa, grazie al recupero di Cassetti che deve stare attento al cannoniere nerazzurro Eto’o, il regista è Pizarro con ai fianchi Perrotta e De Rossi, buoni solo per la coppa essendo squalificati in campionato per essere stati espulsi a Bari domenica primo maggio. Borriello è il centravanti per l’assenza di Totti ancora out per il calcione nella finale dell’anno scorso a Balotelli, le due mezze punte sono Simplicio e Ménez, chiamato in campo per le condizioni fisiche non ottimali di Vucinic che entrerà solo dopo un’ora. La scelta dell’albero di Natale, come spiegato e in parte annunciato dal tecnico alla vigilia, è dovuta anche alla mancanza di un esterno come Taddei, squalificato dopo il giallo preso nella gara d’andata all’Olimpico. Leonardo, difeso dal suo pubblico che dedica cori e striscioni a Gattuso e mai sconfitto dalla Roma, deve rinunciare a Ranocchia (sqialificato) e agli infortunati Sneijder e Stankovic. Thiago Motta parte in panchina e Samuel finisce in tribuna. Il 4-2-3-1 del brasiliano, con Chivu centrale accanto a Lucio, vive sulla spinta di Maicon e Nagatomo, ai quali in prima battuta si dedicano rispettivamente Menez e Simplicio e in seconda De Rossi e Perrotta. I mediani sono Cambiasso e Mariga, gli esterni Zanetti, mille di queste partite, e appunto Eto’o, il trequartsita è l’ex romanista Kharja, il franco-marocchino acquistato a Gennaio dal Genoa, la prima punta è Pazzini preferito inizialmente a Milito. L’Inter attacca con poca convinzione, la Roma replica costruendo almeno tre chances per il vantaggio. La prima con Borriello, alto il sinistro sparato entrando in area. Sopra la traversa anche le due conclusioni di De Rossi, la prima a giro su tocco al limite proprio del centravanti e l’altra con un tiro da una ventina di metri. Nessuna parata nella prima parte, però, per Julio Cesar, come del resto per il collega Doni. Il capitano, però, a metà tempo si fa male a un fianco e fatica a respirare. Prima di lui anche Pizarro comincia a zoppicare, colpa di una delle sue sterzate improvvise per cambiare gioco. Dopo l’intervallo il cileno non tornerà in campo (problema all’adduttore, quasi fuori per Catania), al suo posto Greco, da intermedio sinistro per lo slittamento al centro di De Rossi. Montella all’undicesimo ci prova con il tridente, fuori Simplicio e spazio a Vucinic. Ma è l’Inter a passare subito in vantaggio. Cross da destra, in area, di Kharja, la palla rimbalza su Perrotta e finisce sul piede destro di Eto’o che piazza di piatto vicino al palo più lontano: 1 a 0 al tredicesimo e gol numero 34 in stagione del camerunense. Per la Roma cambia poco: servono sempre due reti per andare in finale. Doni è bravo su Pazzini, solo in area dopo un contrasto vinto con Riise. Julio Cesar, invece, blocca in due tempi un diagonale di Borriello. Doni si ripete di piede su Milito subentrato a Pazzini. Tocca a Caprari, esce Menez, mai in partita. Su invito di Vucinic, Borriello di destro prende i due pali con lo stesso tiro e al trentanovesimo pareggia di testa su cross di Perrotta, segnando la prima rete con Montella in panchina. Ma ormai l’Inter è in finale. Burdisso litiga con i suoi amici argentini dell’Inter. A fine partita, il chiarimento.