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Rodrigo rivela: «Segno così anche a Trigoria»

(Il Messaggero) Il primo gol stagionale di Rodrigo Taddei arriva al fotofinish, ma è bellissimo. Quasi non ci crede, dopo l’avvitamento in area e la girata volante, quando vede il pallone infilarsi accanto al palo più lontano. Storari è fermo.

Redazione

(Il Messaggero) Il primo gol stagionale di Rodrigo Taddei arriva al fotofinish, ma è bellissimo. Quasi non ci crede, dopo l’avvitamento in area e la girata volante, quando vede il pallone infilarsi accanto al palo più lontano. Storari è fermo.

Anche lui stupito. Il brasiliano si rialza e va a festeggiare con quel centinaio di tifosi giallorossi che si godono un’altra impresa a Torino della Roma di Ranieri, due successi e un pari in un anno. Rodrigo ha un pensiero proprio per quei ragazzi in tribuna: «Una premessa: quando costruite lo stadio della Roma, fatelo senza pista di atletica e senza grate perché è troppo bello festeggiare con i tifosi. L’importante era passare il turno, ma questa rete mi è piaciuta tantissimo».

Niente di casuale, Taddei ci tiene a sottolinearlo. Sulla punizione, da quasi centrocampo, di De Rossi, il suo inserimento in area partendo dalla destra. Tutto studiato in settimana: «Sono gesti provati in allenamento. Mi dedico spesso a queste cose. E’ stato un bel gol, perfetta la palla di De Rossi. Sono stato anche un po’ fortunato, ma quando fai colpi del genere è così. Ora pensiamo a riposare per la gara di Bologna. Non vogliamo fermarci». L’attesa del brasiliano è stata lunga come un parto. Passano quasi nove mesi dall’ultimo gol segnato il 1° maggio del 2010 a Tardini, contro il Parma, con la Roma anche lì vincente e in piena corsa per lo scudetto poprio come questa stagione. Anche lì, per interrompere il digiuno, aveva dovuto attendere più di otto mesi, dalla rete segnata al Genoa, a Marassi, nella prima di campionato, il 23 agosto 2009, con Spalletti ancora sulla panchina giallorossa.

La felicità di Rodrigo è per la qualificazione e per la prestazione: «La squadra è stata grande. Speriamo che gli infortuni dei giocatori usciti, Brighi e Menez, non siamo gravi. Siamo contenti perché non è mai facile affrontare la Juventus. Abbiamo fatto proprio bene». «Sono proprio contento» sorride Vucinic. Che scherza. «Basta così, sono in silenzio stampa». Mirko è raggiante per il settimo gol stagionale, il quarto in ventidue giorni del nuovo anno, partendo dalla doppietta del 6 gennaio contro il Catania (l’unico non decisivo a Marassi, il 9 gennaio, contro la Sampdoria). Simplicio si esalta: «Se continuiamo così, possiamo battere chiunque». Francesco Totti, da Roma, si congratula con i compagni: «Complimenti a tutti per questa bella qualificazione. Vincere a Torino contro la Juventus non è mai una cosa scontata. I nostri gol sono da applausi, arrivati grazie a due colpi di grande effetto. Ora la cosa più giusta da fare è pensare subito al Bologna: all’andata la vittoria c’è sfuggita per un soffio e dovremo affrontare con rispetto e attenzione questi avversari, riservando un occhio particolare a Di Vaio, bomber di razza, esperto e sempre temibile». Brighi torna a casa con un indurimento al quadricipite destro, Menez con una contusione, tacchettata di Pepe, anche lui al quadricipite destro. U.T.