(Il Romanista - F.Bovaio) - Reja, ma che dici? Perché parlando della corsa a tre squadre per il quarto posto usi queste parole: «Udinese e Roma daranno il massimo, mi auguro che il Catania faccia la sua gara e il suo dovere».
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Reja ma che dici? Pensa tu a fare il «tuo dovere»
(Il Romanista – F.Bovaio) – Reja, ma che dici? Perché parlando della corsa a tre squadre per il quarto posto usi queste parole: «Udinese e Roma daranno il massimo, mi auguro che il Catania faccia la sua gara e il suo dovere».
E allora noi romanisti cosa dovremmo augurarci pensando al Genoa, tuo avversario di oggi pomeriggio già salvo da un pezzo, guidato ad un ex allenatore della Lazio come Ballardini e reduce da una settimana di godimento e di conseguente abbandono mentale per il derby vinto all’ultimo minuto contro una Samp quasi in B? Perché noi romanisti allora non possiamo chiedere anche al Genoa di «fare la sua gara e il suo dovere» senza far indignare voi laziali, fissati di essere al centro di un "gomblotto"? E perché, caro Reja, non pensi anche al Chievo già salvo, che ospita l’Udinese e ti concentri solo sul Catania, l’avversario della Roma con la quale, tra l’altro, ha il dente avvelenato dal giorno in cui perse 7-0 all’Olimpico? Perché non ti auguri che anche il Chievo faccia «la sua gara e il suo dovere» contro l’Udinese così come fai con il Catania? Ma che pensi davvero che i siciliani stenderanno un tappeto rosso davanti alla Roma al Massimino, dove normalmente passano tutte le grandi tranne i giallorossi, perché contro di loro ci mettono sempre quella punta di veleno in più che, magari, non riescono a tirar proprio fuori quando arrivano la Juventus, l’Inter e il Milan? Dai Reja, confessalo, stavolta l’hai fatta fuori dal vasetto e ci dispiace dirtelo, perché ti abbiamo sempre reputato un allenatore e un uomo equlibrato e serio. Alla fine, però, il vento di Formello ha travolto anche te, che sedevi sulla panchina della Lazio in quella farsesca partita persa l’anno scorso all’Olimpico contro l’Inter per non rischiare di far vincere lo scudetto alla Roma così come il tuo presidente, che si richiama sempre ai valori dello sport olimpico, sedeva in tribuna ad assistere compiaciuto ai novanta minuti che hanno svergognato il calcio italiano in Europa. E andatevi a rileggere i commenti dei maggiori giornali sportivi continentali del giorno dopo quel burlesco Lazio-Inter prima di dire che non è vero. Ecco, se ad augurarsi che il Catania «faccia la sua gara e il suo dovere» insinuando chissà cosa fossero i tifosi della Lazio lo accetteremmo, perché in fondo loro sono tifosi e questo fanno. Rientra nei loro compiti istituzionali di tifosi. Ma se lo fate voi, addetti ai lavori e protagonisti di quel Lazio-Inter dell’anno scorso, non lo accettiamo più. Perché l’impressione che avete dato quella sera è stata ben diversa da quella che normalmente lasciano le persone che fanno il proprio dovere fino in fondo. Spesso è proprio chi predica bene che razzola male. E’ vero Reja? Non sarebbe meglio che la smetteste di pensare alla Roma per analizzare con più serenità il modo in cui avete dilapidato il vantaggio contro il Napoli (perché il gol di Brocchi era buono, ma dopo sempre sul 2-3 siete passati) e contro l’Inter, in casa della quale vincevate 1-0 con un uomo in più? Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dice un vecchio adagio popolare al quale noi potremmo aggiungere "e non pensa sempre agli altri, specie se dirimpettai".
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