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REGINA DEL MERCATO Spesi ottanta milioni, è uno sforzo scudetto!

(Il Romanista – D.Galli) E c’è ancora qualcuno che teme un ridimensionamento. La Roma ha chiuso questa finestra estiva di mercato con un saldo negativo leggermente superiore ai 40 milioni.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) E c’è ancora qualcuno che teme un ridimensionamento. La Roma ha chiuso questa finestra estiva di mercato con un saldo negativo leggermente superiore ai 40 milioni.

Per l’esattezza 41,535 milioni. Che diventano 53,535 sommando Bojan. Il suo acquisto si può pure contabilizzare, anche se - lo ha ricordato lo stesso Fenucci durante la presentazione di Osvaldo - l’attaccante sarà pagato solo a luglio 2013. E parliamo di un saldo, quindi di un dato che tiene conto della differenza tra acquisti e cessioni.

Se invece analizziamo solo il mercato in entrata, sono stati investiti 67 milioni (79 milioni, includendo Bojan). Era dal 2000, era dall’estate in cui Baldini costruì la squadra del terzo scudetto, che a Trigoria non spendevano così tanto per la campagna acquisti. Cinquanta milioni. Anzi, meglio: cento miliardi di lire (fa più effetto) per fare una grande Roma. Alla faccia, appunto, del ridimensionamento.

Alla faccia di chi non s’accontenta perché evidentemente non ricorda quando Pradè, di questi tempi, doveva fare i salti mortali con zero euro, quando l’autofinanziamento era la regola, quando o entravi in Champions o sennò potevi comprare solo se vendevi qualche pezzo da novanta. Alla faccia di chi pensava che questa gestione non avrebbe cacciato un euro, alla faccia di chi "eh ma chi è DiBenedetto", "eh ma questo qua è volato in classe turistica", "eh però ha chiesto lo sconto alla banca". Ecco, questo qua ha iniziato a mantenere le promesse. «La Roma è una principessa, ne faremo una regina», disse Mr Tom in una delle sue prime interviste italiane. Stekelenburg, Kjaer, Josè Angel, Gago, Pjanic, Lamela, Bojan, Osvaldo. Senza contare le seconde linee.

Gli Heinze. I Borini. Più Borriello. Già, Borriello. È proprio lui il primo acquisto dell’era americana. Pradè l’aveva preso un anno fa grazie a un gentlemen’s agreement con il Milan. Prestito gratuito con obbligo di riscatto prefissato a 10 milioni. Un affare, all’epoca. A onorare il patto sarebbe stata poi la futura proprietà. A giugno, la Roma rispetta i patti e salda il dovuto. Ed è solo l’inizio. I registi Sabatini e Baldini (da Londra) cominciano a tessere una trama intrigante. Nel cielo di Roma appaiono le prime stelle. Una si chiama Bojan Krkic Pérez. O più semplicemente Bojan. È un’operazione complessa. È complicata pure da spiegare. La Roma lo acquista per 12 milioni dal Barcellona, ma verserà il denaro il primo luglio 2013. Al termine di questa stagione, i blaugrana potranno esercitare un diritto di opzione versando nelle casse della Roma 17 milioni. Il Barça conserverà

questo diritto anche per la stagione successiva, quella 2012/13, quando potrà ricomprarlo (sostanzialmente, si tratta di questo) spendendo 13 milioni. Entro il 20 giugno 2013, la Roma potrà però sempre bloccare l’eventuale esercizio del diritto di opzione da parte degli spagnoli, pagando 28 milioni.

L’altra maxi trattativa condotta felicemente in porto è quella per Erik Lamela. Il triumvirato Sabatini-Fenucci- Baldissoni (quest’ultimo deus ex machina della cessione, consigliere e membro del Comitato esecutivo dell’As Roma) lavora a ritmi pazzeschi pur di venire incontro alle richieste del River Plate e dell’entourage del giocatore. Anche in questo caso è un contratto articolato. Lamela costa 12 milioni. Anzi, qualcosa in meno: 3 milioni praticamente subito, 3 milioni il prossimo 15 ottobre e i restanti 6 milioni il 15 luglio 2012. La Roma è poi costretta a uno sforzo finanziario supplementare. A Trigoria devono pagare 3,06 milioni di tasse per il trasferimento. E infine ci sono i bonus: un milione dopo dieci presenze, un altro milione dopo le venti. Il totale supera quota 17 milioni. Ma Lamela li vale tutti.

L’altro preziosissimo tassello di questa preziosissima campagna trasferimenti è il portiere Maarten Stekelenburg. Qui a pesare non è tanto il braccio di ferro con l’Ajax, quanto la differenza di vedute tra società e staff tecnico. De la Pena, che adesso per motivi personali è tornato in Spagna, avrebbe voluto prendere dall’Espanyol l’ex compagno di squadra Kameni. I manager della Roma convincono però Luis Enrique a puntare su Stekelenburg, consapevoli che l’Olimpico non avrebbe perdonato una papera di Kameni, mentre sarebbe stato ben più accondiscendente - e a ragione, aggiungiamo - con il numero uno della nazionale olandese. Per convincere l’Ajax, la Roma mette sul piatto 6,325 milioni, più un milione e mezzo di bonus. Non basta però. Servono un terzino sinistro che rimpiazzi Riise, e dallo Sporting Gijon arriva Josè Angel, un altro centrale di difesa oltre allo svincolato Heinze, un paio di centrocampisti e almeno una punta. Almeno una. La Roma ne acquisterà addirittura due.

Uno è Osvaldo (15 milioni più bonus), che a Firenze e Lecce non ha entusiasmato ma che all’Espanyol si è ritrovato. L’altro è il baby Fabio Borini, nazionale under 21 del Parma. Se a gennaio dovesse partire Borriello, la Roma avrebbe pronto un attaccante di prospettiva. Gli ultimi giorni di mercato vengono sfruttati per i fuochi d’artificio: Kjaer dal Wolfsburg, Pjanic dal Lione, che è un meraviglia di centrocampista e Gago dal Real Madrid.

Mica male per per uno che "eh, ma è volato in classe turistica", no?