(La Stampa) Bontà delle deleghe, l’attività del nuovo direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, da una decina di giorni non è più «carbonara».
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L’americano ancora non c’è, la Roma avanti con le deleghe
(La Stampa) Bontà delle deleghe, l’attività del nuovo direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, da una decina di giorni non è più «carbonara».
Viceversa sarebbero stati dolori per Thomas DiBenedetto, bloccato a Boston con la speranza che l’ennesimo rinvio sia davvero l’ultimo. L’americano doveva essere eletto presidente entro la prima settimana di luglio, lo storico avvicendamento con la famiglia Sensi potrebbe richiedere qualche giorno in più, il tempo (entro il 15 luglio fanno sapere fonti vicine alla trattativa) che gli avvocati di Unicredit confezionino i contratti per il finanziamento previsto dall’istituto di credito al club giallorosso (di cui la banca resterà azionista per il 40%).
Il dominus del progetto sportivo oggi è il ds: una volta ufficializzato l’allenatore, Luis Enrique, l’uomo scelto dagli americani si appresta a mettere a segno i primi colpi di mercato. Per lunedì ha prenotato un volo verso Buenos Aires (obiettivi Lamela e Alvarez), in settimana farà tappa a Barcellona per chiudere l’operazione Bojan. Quindi è previsto un nuovo incontro con il procuratore di Vucinic per rifare il punto della situazione.
A Trigoria, pur senza DiBenedetto, tira aria nuova. A meno di un clamoroso addio, sarà costretto a respirarla anche Conti. Uno che non avrebbe avuto difficoltà a farsi eleggere «sindaco de’ Roma» con i voti della Curva Sud.
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