(Il Romanista - C.Fotìa) La Nuova Roma, la Roma della rivoluzione culturale e calcistica, la Roma che mette il bel calcio e i tifosi al centro del suo progetto, la Roma del sogno americano ha un leader, un simbolo, una guida.
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“Uniti per la Roma”
(Il Romanista – C.Fotìa) La Nuova Roma, la Roma della rivoluzione culturale e calcistica, la Roma che mette il bel calcio e i tifosi al centro del suo progetto, la Roma del sogno americano ha un leader, un simbolo, una guida.
Si chiama Francesco Totti e non poteva che essere così. Questa Roma il capitano l’immaginava prim’ancora che nascesse, e quand’è venuta alla luce non poteva che esserne il naturale interprete.
Sin dall’inizio dell’avventura americana è stato chiarito che Francesco Totti è al centro di questo progetto. Nel ritiro estivo, come ci hanno raccontato i nostri inviati, tra il nuovo allenatore Luis Enrique e il Capitano si era creato un feeling particolare, parlano la stessa lingua e non potevano che intendersi, anche perchè Lucho ama il calcio e Francesco e il calcio sono la stessa cosa. Poi è successo qualcosa che ha rischiato, come ha denunciato per tempo Walter Sabatini, il nostro filosofo esistenzialista preferito, un Sartre del calcio, di fossilizzare una triangolazione che avrebbe potuto uccidere questa nuova creatura.
E’ successo che una frase non felicissima di una lunga e bellissima intervista di Franco Baldini, alcune decisioni sbagliate di Luis Enrique, abbiano creato una tensione alimentata ad arte e fatta montare come una gigantesca bolla mediatica da chi, fin dall’inizio, ha scelto di contrapporsi alla Nuova Roma. Ora Francesco con poche parole l’ha fatta scoppiare e ha riportato tutto nella sua giusta dimensione. Tanto rumore per nulla, dunque? No, perché la vicenda ha fatto emergere alcune inconfutabili verità.
La prima è che i veri nemici di Francesco e della Roma (due cose che per noi sono e saranno sempre la stessa cosa) sono quelli che, al solo scopo di difendere i loro piccoli interessi, fingevano di difenderlo da un inesistente complotto, interpretando i suoi silenzi, attribuendogli frasi mai dette, spingendolo a una contrapposizione che lui non ha mai cercato né voluto.
La seconda è che i nemici della rivoluzione romanista, sono usciti allo scoperto e sono stati sconfitti sul campo. Hanno chiesto le dimissioni di Luis Enrique e si sono beccati Totti che dice: io sto con lui (oltre che l’ovvio sostegno della società all’allenatore); avevano annunciato un mercato micragnoso e si sono beccati un mercato sontuoso, uno dei più importanti in Europa; speravano che la Nuova Roma, indebolita da una martellante campagna tesa a sobillarle contro i tifosi, scendesse a patti, chiedendo protezione e si sono beccati una sfolgorante conferenza stampa di Sabatini il cui significato è molto chiaro: a Trigoria non si subiscono campagne mediatiche negative, semmai le si trasforma in una Caporetto per chi le ha promosse.
La terza è che questo giornale, in splendida solitudine, vi ha sempre raccontato come stavano le cose prima degli altri (basta rileggere, per esempio, l’articolo di Tonino Cagnucci di ieri che annunciava la "svolta" tottiana). E continuerà a farlo, al fianco della rivoluzione romanista. P.S.: Il Corriere dei Gufi ha già dovuto fare una tale frenata che sulla sua copertina i segni dei copertoni sono rimasti impressi.
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