(Il Messaggero - M.Ferretti) - Trabajo y sudor? Ce n’è bisogno ancora in dosi massicce. Così come servono altri giocatori, serve una rosa completa e più competitiva.
rassegna stampa roma
Questa non è Roma
(Il Messaggero – M.Ferretti) – Trabajo y sudor? Ce n’è bisogno ancora in dosi massicce. Così come servono altri giocatori, serve una rosa completa e più competitiva.
Sotto gli occhi di Tom DiBenedetto, la Roma di Luis Enrique, che inizialmente ha optato per una formazione impensabile alla vigilia («Totti e Borriello in panchina? La scelta tecnica per me più giusta, non sono pentito», le parole a fine gara dell’asturiano), giochicchia ma spreca nel primo tempo e alla fine riesce addirittura a perdere (1-0) contro il modestissimo Slovan. Poco incisiva in fase offensiva; fragile in quella difensiva: ecco la Roma attuale a una settimana abbondante dall’inizio del campionato. La partita d’andata dei play off di Europa League, così, finisce con il trasformarsi in un campanello d’allarme che nessuno a Trigoria e dintorni può/deve sottovalutare. La qualificazione non è compromessa (giovedì prossimo il ritorno all’Olimpico) ma il neo proprietario DiBenedetto e tutti i tifosi della Roma meritavano e si aspettavano un’altra partenza. Roma in avvio, come detto, assolutamente inedita (Cassetti con la fascia di capitano al braccio) e, per certi versi, incredibile: fuori Totti e Borriello, dentro Okaka (non portato in ritiro a Riscone) e Caprari insieme con Bojan. A centrocampo, assenti De Rossi e Pizarro, più Greco, spazio per Brighi e Fabio Simplicio (anche lui assente in Alto Adige): modulo 4-3-3 con Viviani perno del centrocampo; in attacco Okaka largo a destra, Caprari sull’altra corsia con Bojan nella posizione di punta centrale (ma i tre durante la partita si sono scambiati spesso le posizioni). Cicinho e Josè Angel i due esterni bassi. Una Roma dall’età media (e dalla qualità) molto bassa. E lo Slovan? Un attaccante centrale, Sebo, un rifinitore alle sue spalle, Milinkovic, poi due linee a quattro. Calcio scolastico, estremamente scolastico e, anche in questo caso, con poca qualità. Caprari è stato il primo romanista a cercare di far male agli slovacchi, ma il suo destro dal limite dell’area (8’) è stato deviato oltre la traversa da Putnocky. A seguire (20’) lo stesso Caprari non è stato preciso nel girare di destro un interessante assist di Cicinho, quindi è stato lui a indossare i panni del rifinitore (30’) ma la deviazione da due passi di Okaka sul suggerimento del numero 47 non è stata pericolosa. Roma molto (troppo) compassata, di fatto sempre in possesso della palla ma a ritmi bassi: da una squadra (troppo) improvvisata, forse, non ci si poteva aspettare un impatto con la partita più dinamico e convincente. Determinato a livelli di campionato Burdisso, lì dietro; un po’ troppo fumoso Bojan, mai realmente protagonista in positivo della sfida, lì davanti. Decisivo proprio Burdisso, con una deviazione sopra la traversa, in apertura di ripresa su tiro a botta quasi sicura di Kladrubsky, primo sussulto dello Slovan. Roma sonnolenta, nella seconda parte di gara: Viviani (scarsamente assistito nel suo compito da Brighi e Simplicio) un po’ troppo timido nel comandare il gioco, attacco un po’ troppo evanescente. Fuori Brighi, dentro Perrotta e Roma subito vicinissima al gol (68’): assist verticale di Simplico per Caprari che, solo soletto in area slovacca, manda il suo destro in diagonale sul palo alla sinistra di Putnocky. Un’occasione più sprecata che sfortunata. E allora fuori proprio Caprari e dentro Totti. Poi dentro anche Borriello al posto di Okaka: dentro gli attaccanti (per ora) titolari nel finale di partita, in sostanza. Roma quasi titolare ma, paradosso del calcio, Slovan in gol con Dobrotka (80’), abile a girare di testa un calcio d’angolo dalla sinistra con la difesa della Roma imbambolata e Stekelenburg poco efficace. Il gol della vittoria per i padroni di casa; un successo festeggiato in città fino a tarda notte dato che nessuno, da queste parti, si aspettava tanta grazia. Ma più che i ragazzi di Weiss i tifosi dello Slovan devono ringraziare i giocatori della Roma che davvero poco hanno fatto per onorare la maglia e la fede di quanti sono saliti fino in Slovacchia (numerosi i faccia a faccia prima della partita con la polizia locale).
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