(Il Tempo) La Roma è un cantiere aperto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il mercato è appena iniziato e i dirigenti scelti dalla proprietà americana si sono messi al lavoro con incolpevole ritardo.
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Qualche volto nuovo, rientri sgraditi, giocatori di passaggio
(Il Tempo) La Roma è un cantiere aperto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il mercato è appena iniziato e i dirigenti scelti dalla proprietà americana si sono messi al lavoro con incolpevole ritardo.
Le lettere di convocazione per il ritiro di Riscone sono state spedite nei giorni scorsi. Allo stato attuale ci sono 30 i giocatori in rosa, altri quattro sono in arrivo dal mercato (non è escluso che diventino 5-6 prima della partenza della squadra) e in più c'è un gruppetto di Primavera campioni d'Italia che Luis Enrique vorrebbe portare con sé. Bojan, primo acquisto concluso da Sabatini ma ancora da formalizzare, raggiungerà i compagni con qualche giorno di ritardo perché reduce dall'Europeo Under 21. Nelle sue stesse condizioni è il compagno di nazionale Josè Angel: la Roma lo ha praticamente preso, oggi si attende la risposta positiva dello Sporting Gijon all'offerta partita da Trigoria. In ritiro ci sarà da subito Nego anche se il suo destino è un «parcheggio» in un'altra squadra italiana. Lo aspettano Cesena, Siena e Atalanta. Il quarto acquisto quasi fatto è Stekelenburg. Entro mercoledì dovrebbe essere limata la distanza tra l'offerta della Roma poco più di 6 milioni di euro e le richieste dell'Ajax sensibilmente scese dai 20 milioni «sparati» all'inizio della trattativa. Il «colpo» segreto covato da Sabatini potrebbe essere Lamela, un talento che potrebbe diventare pedina di scambio per Pastore. Intanto Luis Enrique si appresta a lavorare con lo stesso materiale dei suoi predecessori di Trigoria. Ovvero una rosa extralarge da snellire e aggiustare. Per la società rappresenta un peso insostenibile: il monte stipendi va ridotto sensibilmente visto che le proiezioni per il prossimo esercizio parlano di una perdita da 50 milioni con gli attuali costi. Per questo saranno fondamentali le cessioni. Oggi si chiuderà la prima. Se entro la mattinata non si farà vivo l'Atletico Madrid con un'offerta concreta, Doni firmerà per il Liverpool dove mercoledì sosterrà le visite mediche: contratto biennale da poco più di un milione di euro a stagione e incentivo pagata dalla Roma di circa 1.5 milioni più il 30% di tasse. La società così risparmierà oltre la metà dell'ingaggio di 4,3 milioni lordi ed eviterà il rischio di una causa di lavoro per l'ulteriore anno di contratto mai formalizzato. Ma i «tagli» non finiscono qui. Julio Sergio può finire al West Bromwich, Cicinho è un altro peso sul bilancio (4 milioni) da cui liberarsi, Riise cerca una squadra in Premier, Rosi piace al Genoa, Greco al Lecce, Simplicio medita il rientro in Brasile, Antunes e Barusso, ancora loro, devono trovarsi una squadra, Guberti è un obiettivo del Torino, Okaka non può partire per l'ennesimo prestito (lo vuole l'Amburgo) se prima non rinnova il contratto. E poi c'è un caso dimenticato dai più: Virga è ancora un giocatore della Roma, con uno stipendio da 450mila euro. Ma chi lo prende?
In ritiro ci saranno ovviamente De Rossi, Menez, Borriello e Vucinic. Quattro spine per la società, tra il rinnovo complicato di «capitan futuro» e cessioni fondamentali per aumentare il budget degli acquisti. L'offerta del Tottenham per Vucinic raccolta dal procuratore sarebbe di 13 milioni di euro più 2 di bonus. Non bastano e la Roma è convinta che arriveranno altre proposte. Intanto con che faccia si presenterà il montenegrino a Riscone? Sarà un osservato speciale, al pari di Menez e Borriello: altri due col muso lungo.
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