(Il Messaggero-U.Trani) Il ponentino soffia alle spalle di Luis Enrique, durante la prima intervista da nuovo allenatore della Roma. L’asturiano si racconta davanti alla telecamera di Roma Channel. Dieci minuti lunghissimi a bordocampo.
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“Totti re della mia Roma”
(Il Messaggero-U.Trani) Il ponentino soffia alle spalle di Luis Enrique, durante la prima intervista da nuovo allenatore della Roma. L’asturiano si racconta davanti alla telecamera di Roma Channel. Dieci minuti lunghissimi a bordocampo.
Può raccontare le sue prime sensazioni?«Sono sicuramente sensazioni molto positive. Mi sono reso subito conto della grandezza di questo club gia prima di arrivare qui. Quando sono entrato a Trigoria ho percepito ancora di più tutto questo dagli impianti, dai campi, dalle speranze che ha non solo il club, ma tutti i tifosi di raggiungere buoni risultati e grandi obiettivi. Sono davvero molto felice di aver fatto questa scelta».Come mai è qui?«A dire la verità, quando mancavano ancora due mesi alla fine del campionato con il Barcellona, la mia idea era quella di riposare e rilassarmi e di aspettare che arrivassero per me offerte interessanti. Sono stato fortunato: diverse squadre erano interessate a me, ma sono rimasto sorpreso quando la Roma mi ha chiamato. Dopo una serie di incontri, ho capito perfettamente che cosa cercava: un allenatore giovane e diverso che non conosce il calcio italiano, ma con l’ambizione e la voglia di fare cose positive».Chi ringrazia per questa grande opportunità?«Senza dubbio i dirigenti della Roma. Non è facile nel calcio moderno credere in un allenatore che non ha una grande curriculum e un grande prestigio alle spalle. Alcuni anni fa il Barcellona ha puntato su Guardiola e la situazione è cambiata. Adesso tutti i club hanno capito di potersi affidare a tecnici giovani per raggiungere risultati positivi. Io sono uno di questi tecnici. Punto a poter dar qui quello che ho imparato al Barcellona, nella seconda squadra del club catalano: un calcio offensivo e un gioco di squadra. Soprattutto voglio che la gente veda una squadra che gioca sempre per vincere e che attacca fin dal primo minuto».Era un giocatore di grande temperamento. Vuole trasmettere il suo carattere alla squadra?«E’ fondamentale che un allenatore trasmetta la sua personalità al gruppo. Prima di tutto però voglio che la gente veda fin dall’inizio che facciamo nostro il possesso palla e che creiamo più chances da rete dell’avversario. Servirà una forte dedizione. L’obiettivo è che i tifosi siano orgogliosi della squadra. Bisogna meritare tutta la loro fiducia».Pensa al 4-3-3 come modulo per la Roma?«Non mi preoccupa che sia il quattro-tre-tre, il quattro-quattro-due, il tre-cinque-due. Lo adatterò ai giocatori che ho a disposizione. Quello che non cambierò mai sarà l’idea di entrare in campo per attaccare, non solo all’Olimpico ma anche fuori casa, e per vincere. E’ quello che abbiamo fatto in tre anni nel Barça B, con calciatori di livello inferiore rispetto a quelli che spero di trovare qui a Roma. Questa è la mia idea, il mio progetto».Ha seguito la Roma in questa stagione negativa?«Solo la parte finale. È’ il momento di mettersi a lavoro, di esaminare molte partite, di valutare il gruppo che ho a disposizione con Sabatini e il mio staff. E’ un nuovo inizio per tutti: per i proprietari e per l’allenatore. È evidente che dovremmo capire quali nuovi innesti potranno aiutarci a raggiungere i risultati che vogliamo e a portare i tifosi all’Olimpico per vedere la loro squadra».Può presentare i suoi sei collaboratori?«Da quando ho iniziato a fare l’allenatore, e in tutte le squadre moderne, il lavoro non è di uno o di due tecnici, ma di un gruppo nel suo insieme, di un certo numero di collaboratori. Non solo chi è venuto con me dalla Spagna, ma anche di tutto lo staff di italiani che fa parte dell’organigramma».Ha già parlato con Totti che a Roma è un Re. La affascina allenare il capitano giallorosso?«Non è re solo a Roma, ma in tutto il mondo. Totti è un calciatore unico. Già lo conoscevo, ci siamo affrontati più volte in campo. E’ un piacere poter contare su campioni come Francesco, De Rossi e Perrotta che hanno significato molto per la storia di questa squadra. Devono essere da esempio per i giovani che sono qui e per quelli verranno. Vucinic? Mi piacciono tutti i giocatori forti, più calciatori bravi ci sono, meglio è».Porterà qualche giocatore del Barça B?«Sono calciatori del Barcellona. E’ evidente che li conosco perfettamente e che ce ne sono alcuni molto interessanti. La Roma deve negoziare con più squadre, non solo con il Barça. siamo aperti ai migliori giocatori del mondo che possano far gioire i tifosi e far più grande la Roma. Non importa che siano spagnoli, vanno bene di qualsiasi nazionalità.Ma chi viene deve aver fame e voglia di vincere».Come sta impostando la nuova Roma?«Sicuramente lavoreremo sodo. Per trionfare e essere competitivi mancano alcune cose. Dobbiamo capire subito quali sono per arrivare nelle migliori condizioni all’inizio della stagione».Si sente uomo d’acciaio, vista la sua passione per la maratona e il surf?«Ho partecipato a tre Iron Man e ho fatto molti sport di resistenza. Mi piacciono e come vedete sto in forma. Però mi piace molto di più il calcio spettacolo, fatto di grandi azioni che esaltano il pubblico. E sono legato alla mia famiglia».Come vuole salutare i tifosi della Roma? «Senza promettere niente, cercheremo di dare il massimo e di far divertire la gente. Non risparmieremo le nostre forze per raggiungere risultati importanti qui. Forza Roma».
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