rassegna stampa roma

“Tancredi! Tancredi! Tancredi!”

(Il Romanista – T.Cagnucci) Luis Enrique? Sì, fichissimo. Tonico. Tosto Col piglio di uno che sembra non conoscere altro che la vittoria. Grande impressione dietro al cappelletto e agli occhiali scuri.

Redazione

(Il Romanista - T.Cagnucci)Luis Enrique? Sì, fichissimo. Tonico. Tosto Col piglio di uno che sembra non conoscere altro che la vittoria. Grande impressione dietro al cappelletto e agli occhiali scuri.

Francesco Totti? Sì, Francesco Totti basta la parola. Il nome, il cognome che sono il sinonimo della Roma. Ora, nei secoli e per sempre. Amen. La pasta del capitano si è vista subito: in formissima, lucido, quasi brillante. Un debuttante alla sua ventesima volta. Talmente vero che è stato lui che ha parlato di pasta, dopo un po’ di dieta. Pizarro? Amato dalla squadra, con quell’applauso che sapeva quasi di messaggio al mondo; Vucinic sereno, Menez impegnato, con i cattivi umori finiti nelle scarpe (apposta erano scure). E poi De Rossi che suona il clacson quando arriva al Bernardini che sa così tanto di De Rossi. Ma per chi è romanista, romanista figlio di un’epoca da sogno, il primo giorno della Roma americana, il primo giorno della Roma di Luis Enrique, il primo giorno della Roma che sarà sempre di Totti, questo ieri è stato quello del ritorno di Franco Tancredi. Ha fatto effetto.

Fa effetto. Come faceva effetto quel "Tancredi!-Tancredi!-Tancredi!" cantato, ritmato, sincopato, forsennato, da 80.000 romanisti e uno stadio dopo i rigori parati col Toro in Coppa Italia. Grandi ricordi. Anzi: i ricordi ("Tancredi! Tancredi!..."). Ha fatto effetto e fa effetto come fecero effetto tutti quei fischi dell’Olimpico il giorno della festa degli 80 anni della Roma. Lui che veniva dritto dritto dagli Anni 80 e da 80.000, che aveva dato tutti gli anni più belli alla Roma, che aveva baciato la maglia del raccattapalle quando era a fine carriera al Toro, che aveva lasciato il Toro per venire alla festa di addio di Bruno Conti, lui che è stato uno dei più fedeli del capitano (ohhh Agostino), lui che era stato il Portiere, il portiere e basta della Roma più grande e più bella s’era ritrovato sommerso dai fischi. Perché? Perché era andato a fare il preparatore dei portieri con Capello alla Juventus. Ora, non è adesso che bisogna entrare nel merito di quei fischi, si deve solo scrivere - adesso - che è un conto è chi ha fischiato con una ferita profonda nel cuore perché quello era amore, un altro è il ragazzino io l’ignorante che ha fischiato a cuor leggero.

Adesso Franco Tancredi è di nuovo qui. Dopo tutti quegli anni e dopo quei fischi- Ieri mattina, proprio all’ultimo, proprio per il suo nuovo primo giorno, è arrivato il nulla osta dalla federazione inglese. Ieri mattina era lui il vero portiere della Roma. Della Roma campione. Forza Roma la Roma olè. Di quello stadio lì. Di quegli odori lì. Di quella luce lì. La nuova Roma che ricomincia anche da Franco Tancredi è un romanzo che va riscritto, giorno dopo giorno e dopo il primo giorno di ieri. Luis Enrique? Sì, ma... Francesco Totti? Certo, Francesco Totti sempre. L’applauso a Pizarro, bello, però..."Tancredi-Tancredi- Tancredi".