(Il Romanista - D.Galli) Soddisfatto? «Certo che sì!». Eh certo che lo è, Luis Enrique. La Roma ha retto, la Roma ha vinto, la Roma gli ha regalato la prima vittoria della sua esperienza italiana.
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“Sono contento. Di tutto”
(Il Romanista – D.Galli) Soddisfatto? «Certo che sì!». Eh certo che lo è, Luis Enrique. La Roma ha retto, la Roma ha vinto, la Roma gli ha regalato la prima vittoria della sua esperienza italiana.
Anzi, la cosa è più bella. Più romanista. Più nostra. È la prima vittoria dell’american dream. Di DiBenedetto, che lassù s’è fatto il segno della croce. Yeah! È tutto meraviglioso in questa notte così felice. Luis Enrique sorride. Finalmente. «Abbiamo vinto contro una squadra difficile. Sono molto contento per i ragazzi e per i tifosi che hanno fatto il tifo qui a Parma e poi per il gioco e il risultato. Sono contento di tutto. Giocare bene al calcio è fare gol. Sono contento di tutta la partita». Ancora una volta, ma meno che col Siena (per esempio), la Roma ha accusato un calo sul finale. Secondo il tecnico, il problema è mentale. «Senza nessun dubbio», ammette Lucho, «abbiamo sofferto tantissimo nel finale, ma la squadra ha così tanta voglia di vincere che ha paura di perdere. È stata una settimana dura, abbiamo avuto tre impegni e sono molto felice per i ragazzi».
Luis Enrique analizza cosa va e cosa non va: «La circolazione della palla è stata più veloce rispetto alle altre partite, ma mancano ancora tantissime cose. Osvaldo e Borini sono stati bravissimi. Hanno le qualità per fare questo gioco». E Totti? «Totti è un calciatore totalmente diverso dal resto della squadra. Ha partecipato tantissimo al gioco. Sono contento perché quando lui va, tutta la squadra va dietro a lui. Francesco ha tutta la libertà nel nostro gioco d’attacco. Ha libertà per ricevere la palla in situazioni più vantaggiose ma è difficile quando la squadra non permette una buona circolazione della sfera. Lo vorrei comunque più vicino alla porta». La Roma è adesso a tre punti dal primo posto. «Ho visto che qualsiasi squadra può vincere - dice il tecnico asturiano - l’Atalanta, che è il nostro prossimo avversario, è il leader virtuale ed è un avversario molto difficile e noi faremo uno sforzo affinché i nostri tifosi possano vedere una vittoria. Giochiamo meglio fuori che in casa? No, perché l’Olimpico ha un tifo fedele. E me ne sono accorto anche se sono qui da poco. Entrare nel nostro stadio è bellissimo».
Se avesse fallito anche questa occasione, se non avesse preso pure questo treno, si sarebbe messa male. Nonostante l’ad Fenucci lo avesse rassicurato prima dell’inizio, la posizione di Luis non sarebbe stata solidissima in caso di risultato negativo a Parma. Lucho preferisce non pensarci. Tanto non è successo. Tanto la Roma è lì, a tre punti dalla vetta. È tornato il sereno. «Non posso parlare solo per ipotesi. Non lo so. Eravamo pronti e abbiamo ottenuto un buon risultato ». La domanda, però, è sempre quella: giovedì si parlava di possibili dimissioni. «È così anche in Spagna, ci sono abituato», spiega seraficamente il tecnico. La rivoluzione ha esaurito i suoi martiri, adesso porta conquiste. Finalmente, Roma alza al cielo i pugni. Finalmente, la Roma ha vinto.
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