(Il Messaggero - U.Trani) Trabajo y sudor. Il lenzuolo bianco con l’invito in spagnolo dei tifosi giallorossi è appeso al recinto del parco sportivo di Riscone dove la Roma gioca la prima amichevole stagionale.
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“Roma senza età”
(Il Messaggero – U.Trani) Trabajo y sudor. Il lenzuolo bianco con l’invito in spagnolo dei tifosi giallorossi è appeso al recinto del parco sportivo di Riscone dove la Roma gioca la prima amichevole stagionale.
Luis Enrique apprezza lo stimolo che viene dall’esterno. Dall’interno aggiunge: «E bel gioco». Per il giovane allenatore di Gijon lo spettacolo è «la chiave». In attesa che il futuro presidente DiBenedetto, come ha detto giovedì, riesca a cambiare il calcio in Italia, di sicuro ci sta provando l’asturiano. «Ma siamo ancora un bebè che prende il biberon e ancora non mangia le prime pappine. Siamo insieme solo da cinque giorni. Ho avuto poche indicazioni dal primo test: i miei giocatori hanno tanta qualità rispetto all’avversario di questa partita che è servita per vedere alcuni movimenti e per migliorare fisicamente».
Tutto nella logica, compreso il 10 a 0 alla selezione di Brunico e il solito gol di Totti che apre la nuova stagione. Poi tripletta di Borriello e reti di Caprari, Perrotta, Taddei, Viviani, Verre e Menez. Nelle marcature e negli assist il film di un’esercitazione che qualche spunto lo ha dato. Il centravanti che segna e scavalca Vucinic nelle gerarchie, i giovani che sgomitano e Cicinho che conquista spazio in un sistema che lo esalta.
La nuova Roma dovrebbe giocare con il 4-3-3. Ma l’assetto visto a Riscone è più spregiudicato. Scuola Barça, senza usare giri di parole. Due centrali difensivi, i terzini in linea con i tre centrocampisti, il centravanti che arretra e le due punte che si allargano e si stringono qualche metro più avanti. Dunque: 2-5-1-2. I centrali sono Antei e Cassetti per l’emergenza in mezzo, i terzini Cicinho e Taddei, il registra arretrato De Rossi, gli intermedi Perrotta e Pizarro, la prima punta Totti e gli altri due attaccanti Borriello che parte a destra per chiudere con il sinistro e Caprari. In porta parte Lobont, Curci è quindi almeno il terzo. Vucinic è in panchina con Menez. Squadra con barcientro altissimo, terzini che fanno le ali.
Luis Enrique chiarisce tutto a fine partita. Ma per rispondere su Vucinic, lancia i giovani: «Lavoriamo tutti in sintonia, ma i ragazzi sono pronti: Antei, Bertolacci, Crescenzi, Viviani, Verre e Caprari. Mi complimento con Alberto De Rossi. Loro devono fare solo esperienza. Io non ho mai guardato all’età, ma al rendimento». Sulla posizione di Totti, differente da quella di Menez che lo ha sostituito da centravanti ma arretrando di più. «Non dò posizioni fisse. Come avete visto De Rossi ha fatto il regista e dopo il difensore centrale». Uno striscione per Daniele (Giù le mani dal capitano di domani), scatena l’asturiano: «E’ un campione del mondo che ha l’umiltà di un primavera. Lo sto scoprendo come uomo. Per me è indispensabile, mi auguro che sposi il nostro progetto». Su Borriello, gran gol in bicicletta: «Ha fatto l’attaccante, partendo dal lato. Firmo se segna sempre così». Sulla posizione dei terzini: «Io voglio che attacchino. Ne ho tanti: Cassetti, Crescenzi, Cicinho, Rosi, presto Josè Angel. E Taddei che può stare a destra e a sinistra e da interno. Tutti gli allenatori vogliono uno come lui».
Stravede per Cicinho: «E’ nostro e lo utilizzo. Da anni mi piace, per caratteristiche fisiche e tecniche». Non svaluta Menez: «Apprezzo il suo football: può fare la differenza». Su Rosi che sbaglia il rigore con un cucchiaio alzato troppo: «Si è scusato. Non mi ha dato fastidio, ma l’avversario merita rispetto. Sceglierò io il rigorista, so che Totti li tira bene. I campioni possono decidere autonomamente. Altre spetteranno a me e saranno irrevocabili». Aspetta Bojan, ma avverte: «I più forti sono qui».
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