rassegna stampa roma

“Roma, progetto innovativo”

(Il Romanista – D.Galli) La Roma sta cambiando. Sta cambiando tutto. Presidente, consiglieri di amministrazione, organigramma. Ma sta cambiando soprattutto filosofia.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) La Roma sta cambiando. Sta cambiando tutto. Presidente, consiglieri di amministrazione, organigramma. Ma sta cambiando soprattutto filosofia.

«Trovo che si stia lavorando ad un progetto estremamente innovativo », commentava ieri il vicedirettore generale di Unicredit Paolo Fiorentino, che adesso è anche membro del comitato esecutivo romanista. Giovane, vincente, dall’ingaggio non esagerato. Questo è l’identikit del giocatore della Roma nell’era americana. Bojan e Nego 20 anni, Valdes 21. L’eccezione - e per modo di dire, perché Zoff ha vinto un mondiale a 40 anni - è il portiere Stekelenburg che di anni ne ha 28. E sempre che Sabatini non dirotti all’improvviso sul ventiquattrenne Viviano. Tre indizi, quattro se ci mettete pure l’olandese volante, fanno una prova. Fiorentino descrive a grandi linee quello che si farà: «Stiamo provando a calare nello sport una cultura d’impresa, anche alla luce di quelli che sono cambiamenti normativi come il fair play finanziario. Che è praticamente in vigore già da giugno di quest’anno e pertanto rappresenta una scelta obbligata. Io personalmente credo che, con questa accoppiata di investitori americani e Unicredit, possiamo creare nel modo di gestire l’azienda un vantaggio competitivo rispetto agli altri. Che inevitabilmente dovranno muoversi in questa direzione con un po’ di ritardo e, se posso permettermi, con un po’ meno di esperienza».

Per questo hanno preso Fenucci. Questo distinto manager cresciuto in ambienti bancari ha saputo tenere a galla i conti del Lecce. Li ha portati al traguardo della parità di bilancio. Mentre da una parte faceva le veci del direttore sportivo, e quindi doveva giocoforza investire delle risorse per rafforzare la squadra, dall’altra lavorava notte e giorno per non promettere ai calciatori più di quello che aveva. Perché il problema della Roma, adesso, è proprio questo. A Trigoria si parla di «squilibrio strutturale». Significa che la Roma spende molto, ma molto di più, di quello che incassa. L’anno scorso sono stati investiti più di 80 milioni in stipendi per i giocatori. In lire, che fa ancora più effetto, sono più di 155 miliardi. All’impennata del monte ingaggi non è seguito un incremento dei ricavi. Anzi, è stato l’opposto. Dodici mesi fa, a Trigoria hanno fatturato 123 milioni, contro i 175 del 2008. In soli due esercizi finanziari sono stati persi 52 milioni. Cento miliardi di lire. Sono cifre incompatibili con le norme della Uefa sul fair play finanziario.

Questo vuol dire che la cordata americana guidata da DiBenedetto e la banca non compreranno delle stelle? Assolutamente no. Compreranno, ma solo laddove l’investimento si possa rivelare intelligente sul medio- lungo periodo. Ricordate l’identikit? Giovane, vincente, dall’ingaggio non esagerato. Non si farà più un altro Adriano. Si potrebbe fare, però, un altro Bojan. Ecco perché hanno chiamato Sabatini. Perché se Fenucci è stato ingaggiato per riequilibrare i bilanci giallorossi, il ds è stato ingaggiato perché in equilibrio, questi bilanci, ce li possa mantenere attraverso una strategia di mercato innovativa. Innovativa come il progetto.