(Corriere dello Sport - P. Torri) -«Conta il risultato ». Tutto è meno che un inedito, nel mondo del calcio l’abbiamo sentito ripetere milioni di volte, ultimo ieri Gasperini che salutava Milano. Se però, a dirlo, è Luis Enrique, beh, allora è ancora legittimo sorprendersi.
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“Roma, conta solo il risultato”
(Corriere dello Sport – P. Torri) – «Conta il risultato ». Tutto è meno che un inedito, nel mondo del calcio l’abbiamo sentito ripetere milioni di volte, ultimo ieri Gasperini che salutava Milano. Se però, a dirlo, è Luis...
Se non altro perché il tecnico spagnolo ha preso atto di come il posticipo di stasera all’Olimpico contro il Siena, sia una di quelle sfide dove più del gioco conteranno i tre punti.
CONFERENZA - Luis Enrique lo ha fatto capire in maniera piuttosto chiara nel corso della consueta conferenza stampa della vigilia dove, tra un progresso e l’altro nella nostra lingua (in ogni caso, complimenti), ha chiesto ai suoi giocatori di trasformare il gioco in gol e vittoria: «La partita di Milano contro l’Inter ci ha dato fiducia, rinforzando la nostra idea di calcio. Ora questa partita contro il Siena arriva al momento giusto. Abbiamo le stesse intenzioni con cui siamo scesi in campo contro Cagliari e Inter: vincere. I complimentimi interessano poco, adesso abbiamo bisogno di una vittoria. Ne abbiamo bisogno perché la squadra sta lavorando bene e i risultati devono essere la logica conseguenza. Vincere è il modo migliore per acquisire ancora più fiducia e motivare al massimo la squadra. So bene che sarà una sfida difficile e delicata, dovremo attaccare senza lasciare troppi spazi per il loro contropiede. Assumeremo i nostri rischi perché l’obiettivo è vincere. E’ vero, fin qui abbiamo segnato poco. Ma di questo non sono assolutamente preoccupato. Abbiamo un grande parco attaccanti e centrocampisti che vanno in rete, i gol arriveranno, sicuro».
FORMAZIONEUNO - Ha detto «conta il risultato », un inedito che poteva far presagire qualche anticipazione pure sulla formazione che stasera manderà in campo. Respinti con perdite, «perché prima di tutto lo devo dire ai giocatori». Lo farà solo stamattina, quando i giallorossi si presenteranno a Trigoria reduci dal ritiro a casa, come vuole lo spagnolo. E lo farà stamattina pure con i suoi collaboratori, basti dire che se provate a chiedere a più di qualcuno un indizio per la formazione, riceverete tutte risposte diverse: «Mando in campo la squadra che ritengo migliore per raggiungere i risultato. Posso aggiungere che sono ottimista perché vedo la squadra con una gran voglia di vincere e, pure, che si sente in debito con i nostri tifosi. Non mi chiedete di quello o di quel giocatore, per i miei sono tutti indispensabili. Pizarro, per esempio, io non l’ho mai messo sul mercato, anche perché non è il mio lavoro. Ho sempre contato su di lui, si adatta bene alla nostra filosofia di gioco. Osvaldo non è importante dire chi l’ ha voluto, è importante però che, come tutti gli altri, è un giocatore della Roma e questi giocatori devono giocare per la “ camiseta” giallorossa. E’ un discorso che vale per tutti, italiani e stranieri. Non mi chiedete neppure degli attaccanti, noi attacchiamo in undici e in altrettanti ci difendiamo. La Roma è una squadra».
FORMAZIONE DUE - Fin qui l’ufficialità. Per quel che riguarda l’ufficiosità, ci sono almeno quattro ballottaggi. Ovvero: Lobont o Curci al posto dell’infortunato Stekelenburg; Cicinho o Perrotta come esterno basso che poi tutto è meno che basso; Burdisso o Heinze al fianco di Kjaer al centro della difesa; Bojan o Borini come terzo attaccante del tridente. I primi nomi che sono indicati sono leggermente favoriti, ma proprio di un niente. Il resto dovrebbe prevedere il rientro di Jose Angel sulla corsia sinistra, la conferma del terzetto di centrocampo con Pjanic, De Rossi e Pizzarro; la prima di Borriello da titolare al fianco di Totti.
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