rassegna stampa roma

“Nessuno sconto agli americani”

(Il Messaggero – S.Carina) «Nessuno sconto. Il tema dello sconto è rientrato. Tutto procede». La rassicurazione arriva direttamente dal vicedirettore di Unicredit, Paolo Fiorentino.

Redazione

(Il Messaggero - S.Carina) «Nessuno sconto. Il tema dello sconto è rientrato. Tutto procede». La rassicurazione arriva direttamente dal vicedirettore di Unicredit, Paolo Fiorentino.

Consorzio Usa e banca, quindi, sembrano aver risolto le incomprensioni che avevano contraddistinto le ultime settimane e da oggi riprenderanno a lavorare ad una proposta condivisa. Dopo la maratona di martedì, ieri pausa nei colloqui, dovuta agli impegni di Roberto Cappelli a Milano. Ne hanno approfittato Sean Barror e Mark Pannes, i manager del «Raptor Fund», per incontrarsi con i rappresentanti della Robe di Kappa. Riunione servita per iniziare ad intavolare un discorso riguardo ad una possibile rescissione del contratto con lo sponsor tecnico. L’azienda italiana ha un accordo con la Roma (rinnovato lo scorso anno) sino al 2017 che vale complessivamente 40,6 milioni. Non è un mistero che il consorzio Usa amerebbe optare per l’americana Warrior Sports, lo stesso marchio che veste i Red Sox. Per farlo, però, bisogna prima discutere della clausola di rescissione. Quella prevista nel contratto è fissata nel 2015, previo pagamento di 1,5 milioni. Per anticipare i tempi bisogna dunque trattare. Quello che continueranno a fare nel pomeriggio Unicredit e la controparte Usa. Trapela grande ottimismo sulla conclusione della trattativa che nonostante le rassicurazioni di Cappelli - «Per ora il closing è confermato il 29» - è probabile possa slittare. In queste ore si sta decidendo se i 13 milioni delle perdite di sviluppo, debbano esser messi a finanziamento (come vorrebbe DiBenedetto) oppure come ulteriore aumento di capitale che quindi sarebbe minore rispetto ai 70 milioni auspicati.

Intanto ieri la Lega Nord ha pubblicato un’interrogazione parlamentare su Unicredit, proprio riguardo alla vicenda Roma, nella quale si chiede che la banca risponda «delle sue scelte, che qualora si rivelassero poco oculate, avrebbero pesanti ripercussioni sui piccoli risparmiatori».