rassegna stampa roma

“Lo stadio subito. E che metta paura”

(Il Romanista – D.Galli) – “La bella stagione” è tinta d’autunno. “La bella stagione”, così l’ha chiamata ieri in conferenza Alemanno, è l’era americana. È un Rinascimento di cui DiBenedetto, che...

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) - "La bella stagione" è tinta d'autunno. "La bella stagione", così l’ha chiamata ieri in conferenza Alemanno, è l’era americana. È un Rinascimento di cui DiBenedetto, che stasera sarà all’Olimpico per sostener la Roma, si fa illuminato mecenate.

 E non solo per sé e per la Roma, a sentire il Sindaco, ma pure per la città di Roma. «È stato un primo approccio. Ed è stato positivo. Si è aperta la bella stagione per la Roma e per Roma». Tu chiamalo, se vuoi, feeling. Tra i due numeri uno, potrebbe essere sbocciato ieri. In un giorno d’inizio autunno. Per salutarsi. Per conoscersi. Per farsi la foto sotto il Giulio Cesare nella sala più giallorossa, e quindi romana, del Campidoglio. Per far respirare a un americano a Roma, anche, il profumo di Storia. Ma soprattutto per cominciare a parlare di uno stadio di proprietà della Roma. «DiBenedetto lo vuole che metta paura agli avversari. Deve incutere timore. E vuole fare presto», riassume ai giornalisti Alemanno. Una bozza di progetto sarà presentata al Comune entro la fine dell’anno. Il primo incontro, il primo contatto, non si scorda mai. S’è detto tutto e il contrario di tutto sul vertice che si è tenuto ieri. Per esempio, si diceva che si sarebbe dovuto tenere solo una volta che DiBenedetto fosse divenuto presidente. E quindi dopo il 26 o il 27 settembre.

 E dopo si è vociferato che potesse slittare, perché non tutti erano d’accordo nell’organizzarlo lì. E ora. Fonti attendibili davano per certo un meeting a Trigoria. Meeting che è stato confermato da Alemanno: «Ci andrò a ottobre». Occhiali scuri, consueta eleganza, voglia di parlare con la stampa praticamente zero, DiBenedetto ha fatto il suo ingresso in Campidoglio verso le 14.40, scortato da due ali di vigili urbani e sotto lo sguardo incuriosito di qualche giapponese. Al vertice con Alemanno, Mr Tom non è stato solo. Accanto aveva l’onnipresente avvocato Baldissoni. Sul fronte istituzionale, con il Sindaco c’erano il presidente dell’Assemblea capitolina Marco Pomarici, il delegato allo sport Alessandro Cochi e il presidente del Roma Club Campidoglio, il consigliere Federico Rocca. Mezz’ora di confronto. Forse anche qualcosa meno. Tanto è durato. L’estrema sintesi l’ha fatta DiBenedetto: «L’incontro è andato bene, ci rivedremo presto». Più un «forza Roma» che male non fa e che permette di ricordare che oggi Mr Tom sarà lì, in tribuna, a tifare per la prima vittoria. Perché pure quella non si scorda mai. Il resoconto di Alemanno è stato decisamente più dettagliato. Al Sindaco, DiBenedetto è piaciuto parecchio.

 «Guidare la società sportiva Roma - ha detto Alemanno - è un modo per rafforzare l’immagine internazionale della città, anche in vista della sfida alle Olimpiadi del 2020. Anche da questo punto di vista c’è massima disponibilità. Ci sarà da parte nostra collaborazione su tutte le tematiche. Sullo stadio, io mi sono impegnato personalmente. Per adesso non ci sono progetti né da parte della Roma né da parte della Lazio e questo non ci ha permesso di rispettare l’impegno preso in campagna elettorale. Ma siamo interessati ad una soluzione positiva. A noi non interessa il costruttore o il progetto singolo, vogliamo collaborare in un progetto possibile per la città. Non abbiamo paraocchi o soluzioni privilegiate. Saremo massimamente trasparenti».

STADIO DA PAURA«DiBenedetto - ha continuato il Sindaco - vuole uno stadio costruito in modo tale che le avversarie abbiano paura di giocarci. Non per la violenza, ma per la spinta dei tifosi. È determinato e innamorato del progetto. Vuole prendere la questione di petto e bruciare i tempi».

 LA TEMPISTICA Bruciare. Ma bruciare quanto? «DiBenedetto è molto determinato. Vuole fare presto e subito (testuale, ndr). Credo un anno per l’accordo sia un termine accettabile. Ma non posso fare promesse finché non inizieremo a parlare seriamente». Entro la fine di dicembre, Alemanno riceverà dall’As Roma una bozza di progetto.

 LA SEDE Nei giorni scorsi si sono fatte più ipotesi sulla location, sui terreni dove sorgerà l’impianto. Tor Vergata, La Rustica, la Massimina. Ma anche Guidonia, al di fuori del Raccordo. Un’altra candidatura eccellente - ieri l’ha rilanciata Cochi - è Tor di Valle. Secondo Repubblica, lo stadio si farà lì. Il quotidiano ha raccolto la denuncia di Legambiente, che teme una massiccia speculazione edilizia. Secondo qualcuno, l’articolo avrebbe incuriosito DiBenedetto. Che nel pomeriggio ha deciso di andare a dare un’occhiata all’area. «È stata una visita esplorativa», hanno fatto sapere dal suo entourage. Ma secondo qualcun altro, il presidente in pectore avrebbe visitato anche altre zone. In serata, poi, Mr Tom si è recato a Trigoria per lavorare con i suoi manager. In primis, con l’amministratore delegato Fenucci. Ma non solo con lui. Da parte sua, in ogni caso, Alemanno ha smentito l’esistenza di un accordo preliminare. «È impossibile avere delle aree predefinite. La scelta è di una proposta privata, non pubblica, e quindi non possiamo sapere a cosa pensano. DiBenedetto non è ancora presidente e non ha un titolo per quantificare investimenti e tempi. Ma le due società romane devono capitalizzarsi attraverso questo investimento, perché Roma e Lazio hanno bisogno di stadi per il calcio, che possono aiutare anche la sicurezza».

TOTTI Che c’entra Totti con lo stadio? Niente. Però Totti ci sta bene sempre. Alemanno ha ricordato a DiBenedetto «quanto è importante la figura di Totti, la simpatia e l’affetto della città nei suoi confronti. Al di là degli aspetti strettamente calcistici e sportivi, bisogna tenere presente anche il valore simbolico che ha questa figura tra i tifosi di questa città». Ma di questo consiglio, ha ammesso il Sindaco, «non c’era bisogno». Con DiBenedetto, proprio no.