(Il Romanista - P.Bruni) - Prosegue senza soste l’opera di “evangelizzazione” di MyRoma, il primo esempio associativo di Azionariato Popolare nella serie A italiana. Dopo le numerose iniziative portate avanti a supporto dei sostenitori della Magica, ieri, presso il Roma club Testaccio, è stato proiettato in anteprima “Viaggio ad Amburgo” (visibile su www.myroma.it), un video documentario realizzato per informare e far conoscere il modello organizzativo che regola la vita dei tifosi delle due più importanti squadre di calcio del capoluogo bagnato dal fiume Elba:il St. Pauli e, appunto, l’Amburgo.
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“Io, nato a Boston e diventato romanista grazie al Commando”
(Il Romanista – P.Bruni) – Prosegue senza soste l’opera di “evangelizzazione” di MyRoma, il primo esempio associativo di Azionariato Popolare nella serie A italiana. Dopo le numerose iniziative portate avanti a supporto dei...
Quarantacinque minuti per raccontare la quotidianità del “schwärmerisch” tedesco, principale fonte di vita dei club, artefice della gestione organizzativa e sportiva. «Alla base del nostro lavoro – ci spiega Walter Campanile, il presidente di MyRoma – la comunicazione è ancora un pochino deficitaria e non sempre si riesce a spiegare adeguatamente che cos’è l’azionariato popolare. Abbiamo deciso di realizzare questo dvd per mostrare l’aspetto sociale del progetto e per spiegare alla gente che, sotto questa forma, è possibile far nascere un indotto per la Roma. Non mi stancherò mai di dirlo – continua il fondatore dell’associazione – a Barcellona versano centocinquantacinque euro all’anno e sono centosessantatremila soci. Il totale, all’incirca, si aggira sui ventimilioni di euro. Una cifra irrisoria che, comunque, genera intorno alla squadra un circolo virtuoso. Mettiamo a disposizione tempo, soldi, passione e amore per il nostro club e in cambio, però, vogliamo maggior rispetto». Ed è questo, probabilmente, il nodo centrale della questione: in Italia, con le attuali leggi, si sta seppellendo l’amore per il pallone. Indubbiamente, secondo Campanile, manca quella considerazione che si nota nel resto del mondo: «I tifosi sono visti come clienti e di conseguenza si stanno allontanando e, giorno dopo giorno, perdono la voglia di combattere per la Roma. Alla fine del video c’è una frase che riassume tutto: ‘Io alla Roma non ci rinuncio”. Bene, vorrei che le persone che hanno questa voglia, la tirino fuori».
Il pomeriggio giallorosso a Testaccio, tuttavia, era iniziato con la consegna della tessera di MyRoma ad un affiliato particolare: Paul. La storia di questo signore di sessantuno anni dimostra quanto la passione non conosca confini: nato a Boston, residente in California, con parenti in Sicilia, Paul (per di più fedelissimo lettore del nostro giornale) è diventato un accanito sostenitore romanista nel 1990, quando assistette ad una partita al Flaminio. «Lo ricordo come se fosse ieri – racconta l’americanista –, si giocava contro la Fiorentina e mi vennero i brividi vedendo il Commando Ultrà. Da quel giorno mi sono innamorato. Ogni tanto vengo a vedermi qualche match, anche se ultimamente comprare il biglietto è diventato complicato. Manco fossi un delinquente. Che si dice in America della vendita della società? Ben poco – prosegue Paul – ogni tanto trovo un trafiletto sul Boston Globe (il quotidiano più diffuso nella città, ndr) e incrocio le dita. Sicuramente Di Benedetto e Pallotta sono personaggi conosciuti negli States».
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