(Repubblica.it – M. Pinci) Dall'altre parte dell'oceano, a New York, Unicredit incontra il fronte statunitense interessato a rilevare la Roma. Nella capitale, invece, è tempo di bilanci e, soprattutto, di auguri. Quelli che arrivano da Rosella Sensi
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“Il futuro della Roma sarà grandioso”
(Repubblica.it – M. Pinci) Dall’altre parte dell’oceano, a New York, Unicredit incontra il fronte statunitense interessato a rilevare la Roma. Nella capitale, invece, è tempo di bilanci e, soprattutto, di auguri. Quelli che arrivano...
ospite di Radio Due, alla Roma che verrà: "Mi auguro e ne sono certa che sarà un futuro roseo, grandioso. Mi auguro anche che venga proseguito il lavoro fatto in questi anni. E a chi verrà di togliersi grandi soddisfazioni". In attesa di sviluppi a breve termine (entro il 31 gennaio Unicredit attende le offerte vincolanti all'acquisto), Rosella ricorda gli anni in cui, con il padre, nasceva la Roma di oggi: "Quando avevo 22 anni mio padre è entrato a casa e ha detto: "Che ne dite se compro la Roma?". Lo aveva già fatto. da quel momento è stata stravolta la nostra vita, per mio padre era la vita, non solo un lavoro. Quando la Roma perdeva, la domenica sera stavamo tutti zitti, a tavola e nessuno usciva. Alla partita dopo si pensava solo dal martedì. Quando invece si vinceva, erano grandi festeggiamenti". Il padre, Franco Sensi, è riuscito dove fino ad ora non è riuscita Rosella: lo scudetto, sfiorato soltanto lo scorso anno. "Papà - ricorda la Sensi - era severo con noi, ma molto amato dalla gente, e alla sua morte ce ne siamo resi conto ancora di più. Per me non è stato esattamente così, sono stata criticata". Non certo, però, per il suo essere donna in
un mondo di uomini come quello del calcio. "Ma nella nostra società ci sono molte donne. Quindi i calciatori si sono abituati a rapportarsi con una donna. Sfuriate nello spogliatoio? L'ho fatto più di una volta, ma sempre dopo che i giocatori si erano vestiti". Secondo qualcuno, nel futuro la attende un ruolo centrale in Lega. Rosella Sensi ricorda la prima volta: "Sono andata con papà in Lega dopo lo scudetto. Poi sono tornata e gli altri presidenti mi guardavano, per loro ero soltanto la figlia di Franco. Con il tempo, invece, è cambiato, oggi si tratta di lavoro". Una volta che Beretta (tentato da un ruolo in Unicredit) avrà lasciato la poltrona, potrebbe diventarlo ancora di più.
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