rassegna stampa roma

“Francesco? E' fantastico”

(Il Messaggero – M.Ferretti) – «Totti? Un giocatore fantastico», dice al volo sir Alex Ferguson uscendo dall’auditorium Ennio Morricone della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Tor Vergata, dopo aver ritirato il...

Redazione

(Il Messaggero - M.Ferretti) -«Totti? Un giocatore fantastico», dice al volo sir Alex Ferguson uscendo dall’auditorium Ennio Morricone della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Tor Vergata, dopo aver ritirato il premio Etica nello Sport consegnatogli dal rettore Renato Lauro.

Il manager del Manchester United, accolto tra gli altri da Damiano Tommasi, Gianni Rivera, Giancarlo De Sisti e dall’assessore Alessandro Cochi, conosce bene - e apprezza - il capitano della Roma, al centro in questi giorni di mille chiacchiere: poche parole per confermare la stima nei suoi confronti. Lui, che a Manchester ha avuto o ha ancora a che fare con miti come Scholes e Giggs, suggerisce da sempre una cosa: far capire, parlandoci, ad un calciatore non più giovanissimo che non si possono giocare tutte le partite. Un suggerimento, il suo, che sembra diretto a Luis Enrique. Davanti ad un platea foltissima di studenti e di imbucati, Ferguson, accolto da un’autentica ovazione, ha parlato molto di calcio, e non solo. Si è rivolto direttamente agli studenti, prima di imbarcarsi in discorsi sul pallone. «Non abbiate paura di rincorre con tutte le forze il vostro obiettivo. Non dovete vivere di rimpianti per non aver fatto una cosa, ma dovete lavorare sodo per arrivare a farla. Riuscirete ad avere successo nella vita solo se lavorerete duro, con grande determinazione. Non conosco una sola persona al mondo che è arrivata a centrare il proprio obiettivo senza aver lavorato sodo. Ecco perchè vi dico: non sprecate il vostro talento, fate le scelte giuste nel vostro interesse». E giù applausi. Poi la parte calcistica, invogliato dalle domande di alcuni studenti. «Il calcio internazionale va a cicli, se ci fate caso. C’è stato il periodo del grande Milan di Sacchi e Capello e della Juventus di Lippi, poi sono cresciute molto le squadre spagnole. Il Barcellona, ad esempio, continua ad essere fortissimo, ma il mio Manchester dei giovani si farà rispettare.

Complessivamente, il calcio inglese sta vivendo un ottimo momento perchè nel nostro campionato, anche grazie ai soldi delle tv, sono arrivati un sacco di grandi calciatori e questo ha determinato un miglioramento della qualità del gioco. Per un giovane, in questi anni, la cosa più complicata è gestire il proprio successo: mi rendo perfettamente conto che non è facile restare se stessi e il consiglio che io do a tutti è non perdere mai di vista due cose, lavoro e lealtà. Nel calcio moderno gira tanto danaro e io continuo a pensare che i grandi calciatori, alla pari delle stelle del golf o del tennis, debbano guadagnare un sacco di soldi. Non penso che ci siano giocatori pagati troppo: se sono bravi, meritano tanti soldi», le sue parole. E ancora. «Il fair play finanziario? Ancora non ho capito bene in cosa consista, e sono curioso di vedere cosa realmente cambierà dall’anno prossimo. Ad un giocatore professionista di hockey su ghiaccio, dall’altra parte del mondo, è stato fatto firmare un contratto di trentacinque anni per aggirare il salary cap. Capito?». Infine, una denuncia che vale non soltanto per l’Inghilterra. «Nel calcio c’è un grande problema che, purtroppo, non si può eliminare: i procuratori. A Manchester ci sono agenti a caccia di procure anche fuori dei cancelli della nostra Academy, dove si allenano ragazzini di 8, 9 o 10 anni. Fino a qualche anno fa, io mi confrontavo direttamente con il ragazzo oppure con i suoi genitori, adesso mi trovo davanti il suo agente. E ancora non so bene se uno tipo del genere faccia il bene del ragazzo oppure soltanto i propri interessi. Per controllare tutto questo ci vuole coraggio e una società molto forte, almeno a Manchester». Non solo a Manchester, sir Alex.