rassegna stampa roma

“E' l'ora di vincere”

(Il Messaggero – U.Trani) – «Adesso voglio vincere. Per la squadra che ha bisogno di fiducia. Per i tifosi, verso i quali siamo in debito».LuisEnrique va sul semplice. Che per la Roma, ancora senza successi dopo4gare ufficiali, è...

Redazione

(Il Messaggero - U.Trani) -«Adesso voglio vincere. Per la squadra che ha bisogno di fiducia. Per i tifosi, verso i quali siamo in debito».LuisEnrique va sul semplice. Che per la Roma, ancora senza successi dopo4gare ufficiali, è tantissimo di questi tempi. Davanti al futuro presidente DiBenedetto e al suo pubblico, si augura di raccogliere finalmente i tre punti nel posticipo di questa sera contro il Siena.

 Lo definisce match «complicatissimo », ma sa quanto pesa il pari di San Siro contro l’Inter: «Ci ha reso più forti. Non tanto per la classifica, mentalmente». Lucho,comevenerdìalla vigilia della gara con i nerazzurri, è ottimista. Sa di potersi fidare del gruppo, ormai convinto dal nuovo progetto tecnico.AMilano ha avuto le risposte che cercava: «Non mi interessano i complimenti, ma la nostra voglia di giocarcela a viso aperto dall’inizio alla fine e contro tutti gli avversari. È il mio messaggio, spero che continueremo così. Non conta che l’Inter abbia poi perso a Novara, io guardo solo alle partite che dobbiamo giocare noi. Dopo dieci giornate sarò più preciso, ma questo mi sembra un torneo più aperto rispetto aglialtri anni». Quasi unavvertimento agli avversari: «Sono convinto che questa sia la strada migliore per arrivare ai risultati. Io, più di tutto, voglio quelli». Servono, però, i gol (la media è mezzo a gara). Il discorso sull’attacco è articolato (il Siena, tra l’altro, non ha ancora realizzato nemmeno una rete).

Luis Enrique conferma di non essere spaventato dell’attuale rendimento delle punte, ancora tutte a digiuno: «Molto presto cominceranno. Dobbiamo migliorare. I giocatoridevono conoscersi meglio, nell’ultima settimana di mercato sonovenuti quattro nuovi». Non èquestione disingoli,acominciare da Osvaldo, indicato da Lucho. «Non c’entra chi ha scelto il giocatore, se io o Sabatini. Sono tutti della Roma, non hanno altre distinzioni, nazionalità o altro. Difendono gli stessi colori e indossano la stessa maglia:Osvaldo comePjanic e BoriniCi sono molte pressioni e responsabilità. Succede in tutti i grandi club. Gli attaccanti segneranno molto,ma grazie a tutta la squadra: i centrocampisti con gli assist e i difensori partecipando allamanovra».Indifficoltà i suoi due acquisti: comeOsvaldo (ieri ha è tornato in campo), anche Bojan fatica. «Lui permeècome Borriello, Osvaldo, Borini e Okaka: sono contentissimo di tutte le opzioni che ho. E’ la situazioneperfetta,chiedo la concorrenza e sono innamorato delle mie punte: sono tutti bomber. Non so chi segnerà più, questo dovranno dimostrarlo loro».Insiste: «Noi non giochiamo con tre attaccanti,maconundicipuntee undici difensori.Èlanostra idea. Attacchiamocol portiere,colcentrale, il regista, gli interni, le punte, i terzini e il trequartista: tutti insieme. Stesso discorso per difendere ». Apre una parentesi su Totti: «Francesco può giocare come trequartista, come punta o regista. Ha più libertà perché ha più qualità. Lì possono giocare anche Pjanic, Lamela, quando sarà pronto, Pizarro e Bojan». «Non era Stekelenburg l’unica certezza. Ci sono anch’io, almeno per un’altra settimana...»

Luis Enrique scherza parlando della formazione.Davanti possibile prima da titolare perBorriello e rilancio di Bojan (ballottaggio con Borini). Dietro torna Josè Angel. Lobont è in rimonta su Curci: il romeno ieri mattina ha avuto un chiarimento con Tancredi su alcune dichiarazioni del preparatore dei portieri sui due vice Stekelenburg. Scontato il turn over, soprattutto domenica sera a Parma: «Valuterò fisicamentei singolidopola gara conil Siena. Non siamo abituati a giocare tre partite in un arco di tempo così ristretto: questo influirà sulle mie decisioni.AMilano alcuni erano molto stanchi, ma in questi giorni ho visto che hanno voglia e fame. Ora mi preoccupa il sistema di gioco di Sannino, come evitare le loro ripartenze e come aiutare la mia squadra ad avere maggiori occasioni da gol. Dedico moltissima attenzione al mio rivale. Spiego come marcare gli avversari. Anche se sono Kun Aguero o Messi o Francesco, in teoria lo sappiamo, ma poi magari ti saltano. E’ successo aMilano con Zarate. Il calcio è un gioco di errori, che si fanno sia sul campo che in panchina ». Per questo si affidai ai senatoriDe Rossi, Perrotta e Pizarro: «Daniele in quel ruolo sta diventando il timone della squadra. È il capocannoniere: potremo vederlo più avanti perché è grande negli inserimenti. Simone può giocare terzino, interno e trequartista: è grande per questo, non per niente ha vinto il mondiale e io no.David non l’homai messo sul mercato e ho sempre detto che si adatta perfettamente al mio calcio che vogliamo fare. Ha partecipato meno perché infortunato».