(Corriere dello Sport-R.Maida) C’erano due file di incredula amarezza, nella tribuna autorità dello stadio Franchi. La Roma travolta. Davanti Thomas DiBenedetto, presidente poco fortunato nelle trasferte
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“Delusi come i tifosi ma il tecnico resta”
(Corriere dello Sport-R.Maida) C’erano due file di incredula amarezza, nella tribuna autorità dello stadio Franchi. La Roma travolta. Davanti Thomas DiBenedetto, presidente poco fortunato nelle trasferte
(ha vinto solo a Parma), chiedeva a Franco Baldini e Joe Tacopina spiegazioni su cosa stesse succedendo in campo. Dietro, il trio Fenucci-Baldissoni-Tempestilli incassava i colpi, da Jovetic in su, senza muovere un nervo.
ABBATTUTO- In un unico momento, nel secondo tempo, Baldini ha scosso la testa. E’ stata la sola concessione all’umano sconforto della persona che in questa storia di Roma ha investito tutto se stesso. A tempo scaduto, mentre la sua Firenze festeggia la prima vittoria di Delio Rossi, è lui a commentare la catastrofe di questa domenica di pioggia: «Proviamo amarezza e dispiacere, ovviamente, perché rappresentiamo una società importante che non sta ottenendo buoni risultati. Sapevamo che l’impresa di costruire qualcosa di nuovo sarebbe stata difficile, ma in noi esisteva l’idea di creare uno stile di calcio diverso. Sicuramente non mi aspettavo tutti questi problemi» . Quattro mesi dopo l’inizio della stagione, il bilancio è allarmante: «Nessuno è felice, Luis Enrique per primo, ma continuiamo a pensare che la strada intrapresa sia giusta. E vogliamo insistere nel percorrerla, convinti che valga almeno la pena di provare. Sappiamo che c’è qualcosa di buono nel nostro progetto» .
LA RABBIA- La differenza rispetto alle altre sconfitte è che i tifosi hanno contestato apertamente Luis Enrique. Se la gente insulta l’allenatore, per la proprietà transitiva sta mettendo in discussione anche le scelte di Baldini: «I tifosi hanno tutto il diritto di non essere contenti e di esprimere la loro delusione. Che è anche la nostra. Stavolta hanno manifestato un’impazienza che in passato non era stata percepita. Dovremo impegnarci ancora di più per accontentarli» . In pratica, serve ancora pazienza: «Siamo nel primo anno di un progetto che richiede del tempo. Le nostre intenzioni prescindono dai risultati. Teniamo barra diritta finché è possibile. Certi errori individuali verranno corretti con il lavoro. E anche con l’inserimento di calciatori più forti rispetto a quelli che ci sono ora» .
AVANTI- Sempre con Luis Enrique alla guida della squadra, garantisce il capo: «Non ci sono ripensamenti. La Roma è arrivata a Firenze dopo una settimana molto difficile e ha pagato la pressione» . Si riferisce soprattutto al caso Osvaldo: «In più la partita è stata condizionata da un rigore a sfavore che ci ha lasciati in dieci uomini da subito. Non credo che contro la Fiorentina potessimo fare molto di più» . Eppure Baldini riconosce che questa sconfitta blocca un processo di crescita abbastanza lineare: «Avevo visto miglioramenti contro Novara e Lecce, al di là della consistenza degli avversari. E anche a Udine, per 80 minuti, avremmo meritato più del pareggio. A Firenze è andata diversamente e ci fa male».
ELOGI E’ l’occasione (paradossale) per giustificare l’allenatore: «Sento parlare delle tante formazioni diverse. Ma Luis Enrique non ha mai potuto ripetere la stessa formazione per infortuni e squalifiche. Non vedo Luis come un integralista. Ha uno stile di calcio e cerca di applicarlo. Però è una persona degna della Roma. E un allenatore migliorabile ma valido» . Escludere Osvaldo, a posteriori, è stato un autogol? «E’ stata una scelta difficile, utile a creare una logica di gruppo. Osvaldo tornerà contro la Juventus»
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