rassegna stampa roma

“Cissé e Osvaldo uomini derby”

(Corriere dello Sport – A.Maglie) I derby li hanno vissuti sul campo. Giuseppe Giannini, il Principe, da romano e romanista; Luca Marchegia­ni da portiere della Lazio che ha vinto di più nella sua sto­ria ultracentenaria, una squadra che...

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Maglie) I derby li hanno vissuti sul campo. Giuseppe Giannini, il Principe, da romano e romanista; Luca Marchegia­ni da portiere della Lazio che ha vinto di più nella sua sto­ria ultracentenaria, una squadra che in quella metà de­gli anni Novanta stava nascendo, al pari della Roma che, uscita dal tunnel ciarrapichiano, stava rinascendo grazie alle cure di Franco Sensi.

Lo seguiranno da osservatori, Marchegiani voce tecnica di Sky, Giannini, temporanea­mente senza panchina, voce tecnica di Mediaset. Tanto calcio alle spalle, tante storie vissute. Tante da vivere. Come quella bella e tenera di Luca che si rivede nel figlio, portiere nelle giovanili della Roma. «E’ in conflitto di in­teressi », scherza Giannini quando si parla di tifo e di cuo­ri che battono. Perché le simpatie dei due sono evidenti e ovvie. Si sono incontrati sul terreno di gioco con quelle maglie: il Principe era agli ultimi atti della sua storia gial­lorossa, Marchegiani all’inizio della sua vicenda bianco­azzurra. Ora provano a interpretare il Derby che verrà.

Come ve lo immaginate questo derby? Soprattutto, come se lo giocheranno i due tecnici? Luis Enrique tirerà dritto per la sua strada? GIANNINI: «Il derby è una partita che sfugge a qualsiasi programmazione, sfide particolari soprattutto se in campo ci sono dei romani. Alla lunga, la politica della Roma sarà vincente: giocatori giovani, di qualità, nazionali. Adesso, però, ho qual­che paura. La Lazio ha un grande poten­ziale offensivo: tutti pensavano che Klose fosse venuto qui a svernare e invece segna sempre; Cisse, poi, fisicamente è un vero animale e alla Roma ha già segnato».MARCHEGIANI: « Partita fuori conte­sto, non sempre vince la più forte, non sempre vince la favorita. E’ arrivata trop­po presto per essere considerata strumen­to di valutazione credibile rispetto alle scelte fatte dalla Roma. A me l’idea del club giallorosso piace, la scelta di mette­re il talento davanti all’esperienza mi in­triga. Detto questo, devo anche sottolinea­re che la Lazio parte davanti: ha migliora­to una squadra che lo scorso anno ha fun­zionato. La Roma ha cominciato la stagio­ne con la consapevolezza che bisognava rinnovare; la Lazio ha fatto una scelta di­versa partendo dalla premessa che la squadra non è alla fine di un ciclo». Alla carta d’identità collettiva, però, la Lazio ha aggiunto qualche anno.M.: «Non mi sembra che la Lazio sia sta­ta invecchiata. Per la Roma questo poteva essere soltanto l’anno zero, da un punto di vista societario, dal punto di vista di una “rosa” che era stata spremuta».G.: «La Lazio è stata costruita pensando al risultato immediato. Questa squadra ha funzionato benissimo per trequarti dello scorso campionato, la società ha pensato che con tre, quattro innesti si può raggiun­gere la zona Champions. La Roma, per molti motivi, non poteva che ripartire da zero. Ed è apprezzabile l’onestà di Sabati­ni che ha indicato subito gli obiettivi. I ti­fosi hanno apprezzato, tanto è vero che hanno applaudito la squadra anche in oc­casione di partite deludenti». Da un lato un tecnico, Luis Enrique, che non conosce il derby, dall’altro uno, Reja che avendone persi quattro, sembra soffrirlo. Da questa situazione chi trae be­nefici?G.: « Non esiste una regola. Per espe­rienza dico che il tecnico migliore è quel­lo che ti porta alla vigilia facendoti senti­re sereno. Quello che ti fa pensare al der­by sin dal martedì ti fa arrivare stanco, consumato...»

Da questo punto di vista, qual è stato l’allenatore migliore?G.: «Anche Mazzone, che pure all’ester­no dava l’impressione di soffrire tanto. Lui è romano, aveva sempre a portata di boc­ca la battuta sdrammatizzante. Mi ricordo il derby che venne dopo quello che per­demmo 3-0. La domenica, prima di entra­re in campo, si presentò con una pagina del Corriere dello Sport. Avevate messo a confronto i vari giocatori e alla fine la La­zio vinceva quasi in tutti i ruoli. Attaccò il foglio alla porta e ci disse: ci hanno già da­ti per sconfitti, ora andiamo in campo».M.: «Ho letto quel che ha detto Bojan: lui ha fatto riferimento non alla partita con l’Espanyol ma a quella con il Real Ma­drid. E’ il segno che un derby come quel­lo di Roma in Spagna non c’è. Se non co­noscessi Reja, se non sapessi che è un uo­mo equilibrato, freddo, capace di risolve­re situazioni complicate, potrei pensare che questa situazione lo condizioni anche perché è chiaro che quelle sconfitte pesa­no nel giudizio della gente. Ma la sua for­za è proprio quella di riuscire a restare freddo » .G.: «Ultimamente, però, l’ho visto un po’ nervoso, soprattutto prima delle dimissio­ni poi rientrate...» M.: «Il fatto è che lui si sente poco con­siderato in rapporto a quel che ha fatto e ha ragione».G.: «Anch’io lo stimo molto. D’altro can­to, non vinci mai per caso, né in serie B e né in serie C. E Napoli è una piazza diffi­cile come Roma. Merita di allenare in questa città ma ciò non toglie che i laziali non lo vedano benissimo». Sarà un derby-spettacolo o prevarranno paura e noia?M.: «Penso che sarà una partita blocca­ta: è arrivata troppo presto e perderla sa­rebbe dannoso per tutti».G.: «Non sono d’accordo. Luis Enrique ha dato un’impronta alla squadra e non vi rinuncerà proprio ora: squadra offensiva, esterni che si alzano. E qui nascono i pro­blemi. Perché contro l’Atalanta in contro­piede partiva Moralez, qui partono Klose e Cisse » . Totti non ci sarà, Klose è in forte dub­bio: chi perde di più da queste assenze?G.: «Totti una partita te la può risolvere su punizione, anche stando fermo a cen­trocampo con un assist imprevedibile. Klose, al contrario, incide se è al meglio. Ma sono convinto che il tedesco ci sarà. E sarà un problema in più per Reja...»

Per una questione di scelte?G.: «Al posto di Reja giocherei con il 4-2-3-1, il sistema che crea maggiori diffi­coltà alla Roma». M.: « In effetti tutti gli allenatori che hanno giocato contro la Roma, hanno im­postato la partita bloccando gli esterni. Ma io non credo che senza Klose, l’allena­tore della Lazio opterà per un assetto con un solo attaccante. Non lo farà per due motivi: perché non sarebbe giusto nei con­fronti di Rocchi che è il sostituto naturale del tedesco; perché essendo già accusato di essere un difensivista, non può pensare di adattarsi all’avversario, deve giocarse­la pensando solo alle caratteristiche della sua squadra. Io poi sono stato favorevol­mente impressionato da come si è mosso Hernanes con i due attaccanti davanti: lì riesce a evitare la marcatura, a trovare la posizione». G.: «Anch’io penso che Reja non rinun­cerà al 4-3-1-2». Dunque, se non ci sarà Klose, la coppia sarà Cisse-Rocchi?M.: «Cisse ha bisogno di avere accanto un compagno che attacchi la profondità. Il francese fa cose meravigliose, ma ama svariare».G.: «Partendo dall’esterno, Cisse è im­marcabile: ha corsa, forza. Fatica se lo metti in mezzo». Al posto di Totti?G.: «Lamela sarebbe un’idea azzardata ma in linea con la filosofia di Luis Enri­que » .M.: «C’è pure Bojan». G.: « Credo che inizialmente metterà Pjanic al posto di Totti. Un tridente vero? Io non lo rischierei. Poi Simplicio dà velo­cità, Pizarro ha qualità. Contro l’Atalanta la Roma migliore si è vista con quel cen­trocampo, con giocatori che garantiscono velocità, rapidità, gente che gioca a un tocco come Simplicio». Il protagonista che darà un senso a que­sto derby?M.: «Reja, non un giocatore. Perché se è vero quel che è stato detto quando aveva presentato le dimissioni, la squadra gio­cherà questo derby per lui. Per quanto ri­guarda la Roma, dico Osvaldo».G.: « Concordo su Osvaldo. Pur essendo argentino, incarna perfettamente le ca­ratteristiche dei romani: gli hanno detto che è costato troppo e lui se ne è infi­schiato; gli hanno detto che era un broc­co, e lui se ne è infischiato. E’ sfrontato, ha personalità, se si mantiene freddo può essere determinante. Per la Lazio dico Cisse e, se gioca, Klose. Hanno un enor­me potenziale di gol e poi, per quanto ri­guarda Cisse, temo il principio dei ricor­si storici » . Capitolo portieri. Rischiereste Steke­lenburg? Marchetti sarà il nuovo Marche­giani?M.: « Mi inorgoglisce il fatto che abbia detto di ispirarsi a me. E in effetti nell’in­terpretazione del ruolo ci somigliamo: co­pre bene lo spazio tra lui e la difesa, è una sua caratteristica ed era anche la mia. Credo sia uno dei migliori portieri italia­ni e anche uno dei migliori nel confronto con gli stranieri che giocano qui. Ma è molto bravo anche Stekelenburg. Non è veloce ma è esperto, ha un gran fisico, co­pre bene la porta, contro l’Inter, quando si è infortunato, ha fatto una cosa eccezio­nale ».G.: « Stekelenburg ieri si è allenato e questo mi induce a pensare che possa gio­care. Certo, con Lobont la Roma ha vinto. Se Luis Enrique è scaramantico, gioca il rumeno, se non lo è, gioca l’olandese»