(Corriere dello Sport - A. Polverosi) Un contratto che assilla tutti, tranne chi lo deve (o dovrebbe) firmare, Daniele De Rossi. Siamo alla stretta finale, negli ultimi 7 giorni il romanista ne ha parlato due volte, la prima a Coverciano, la seconda martedì a notte fonda a Pescara.
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“Cassano smette? Io invece voglio giocare ancora a lungo
(Corriere dello Sport – A. Polverosi) Un contratto che assilla tutti, tranne chi lo deve (o dovrebbe) firmare, Daniele De Rossi. Siamo alla stretta finale, negli ultimi 7 giorni il romanista ne ha parlato due volte, la prima a Coverciano,...
Meglio spiegarsi bene in Nazionale che a Roma, anche Ibrahimovic e Cassano, per ragioni diverse, hanno parlato dei loro disagi nei ritiri di Svezia e Italia. Ci sono meno pressioni. Ma a dire il vero, De Rossi sembra proprio non averne, di pressioni. «Io penso che sia più importante il futuro della Roma che il mio. A prescindere dal mio contratto, la società sta creando qualcosa di importante. Se non rinnovo io, risparmiano bei soldi e prendono altri calciatori importanti, forti come me. Il mio rinnovo non deve essere un assillo». Il messaggio è chiaro, come quello inviato un mese fa dalle Far Oer: «Contratto in bianco? No, non lo firmo». Stavolta De Rossi sembra parlare per evitare allarmi di qualunque genere: in un senso o nell’altro, sarà grande Roma.
ANCORA IN EUROPA - E se poi, per caso, finisse male con la Roma, non resterebbe in Italia. L’aveva detto giorni fa: «In Serie A, non potrei indossare una maglia diversa da quella giallorossa ». E non pensava al Lecce. «Al massimo potrei andare all’Ostia Mare », era stata la battuta. In realtà per altri 5 o 6 anni De Rossi vuole giocare ad alti livelli, quindi all’estero. L’argomento è riaffiorato quando gli hanno parlato della voglia di Cassano di chiudere col calcio fra 3 anni e mezzo. «Cassano smette? Magari, così smetto anch’io di sopportarlo in Nazionale, qui mi ha distrutto le orecchie» . Più seriamente: «C'è stress ma io ho sempre avuto tanta voglia di Nazionale. Mi fa piacere stare in campo 90 minuti e non ho mai pensato a risparmiarmi. Giocare in Nazionale, è un privilegio. Certo, a volte c’è un pizzico d'invidia per quei colleghi di club che si riposano per 2 o 3 giorni, però la Nazionale è un onore» .
POI ALL’ESTERO - De Rossi ha raccontato il suo momento, cercando di immaginare il suo futuro: «La fame a me non manca, ho grande voglia, l’ho sempre avuta anche quando le cose non andavano bene. Mi piace giocare a pallone, vivere la vita dello spogliatoio. Le trasferte, il ritiro, il fatto di stare lontano da casa è stressante per tutti, ma siamo dei miracolati a fare un lavoro meraviglioso, che in Italia è un po’ pesantuccio perché ogni tanto qualcuno ti stressa un pochino. Però l’idea mia è di farlo ancora per tanti anni». A differenza di Cassano e Ibrahimovic. «Ognuno ha la propria soglia di stress e di sopportazione, poi magari queste persone che ora sono stanche del calcio, fra tre anni avranno ancora più voglia di me di giocare. Io voglio fare altri 5 o 6 anni qui, fatti bene, e poi andare molto lontano. Cina, Arabia, Nuova Zelanda, America. Ma restare a Roma per me è un altro degli onori e dei privilegi che ho».
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