rassegna stampa roma

“Cari ragazzi, mi avete commosso”

(Il Messaggero – M. Ferretti) Il primo abbraccio, dopo il fischio finale di Banti, è stato per Aurelio Andreazzoli, il suo vice.

Redazione

(Il Messaggero - M. Ferretti)

Il primo abbraccio, dopo il fischio finale di Banti, è stato per Aurelio Andreazzoli, il suo vice.

Nessuna esultanza particolare, però; anzi, una gioia (apparentemente) molto contenuta. Poi Vincenzo Montella, neo allenatore della Roma, è andato verso il centro del campo per stringere la mano alla terna e durante quei venti, trenta metri di camminata ha incrociato i suoi giocatori in festa, ha stretto loro la mano, alcuni li ha anche abbracciati ma sempre con stile, cioè senza esagerare, quindi è rientrato serenamente negli spogliatoi. E neppure, in precedenza, in panchina aveva mai aveva esagerato nei gesti e nei comportamenti, seguendo la partita con attenzione e concentrazione, prendendo ogni tanto degli appunti, urlando spesso ma senza mai scomporsi. In piedi, sempre, e con la mano destra, quasi sempre, ficcata dentro ai pantaloni, «avevo freddo, stavo più caldo», parlando fitto fitto con i propri collaboratori e anche con Totti, «un esempio per tutti». Un allenatore composto anche dopo la rete di De Rossi, «sono abituato con i ragazzini che segnano dieci gol a partita quindi ero stanco di esultare... E’ una battuta, sia chiaro». Tornato negli spogliatoi, Montella ha acceso il telefonino e ha trovato quasi 200 sms, «non sapevo di conoscere tutte queste persone...», quindi si è consegnato a taccuini e telecamere. «Penso di essere stata una persona molto fredda, ho cercato di vivere queste ore in maniera distaccata, ma al fischio finale mi sono emozionato. Ci tengo a ringraziare i ragazzi: non so quale sarà la nostra storia, ma intanto lo faccio per questa emozione», il suo attacco. E poi. «Allenare la Roma è il sogno di tutti. Ho studiato il Bologna e abbiamo studiato anche i nostri errori, così abbiamo coperto bene il campo. Sono stati bravi gli esterni alti. Mirko si è sacrificato molto, ad esempio. La linea di difesa è stata eccezionale, tanto è vero che non abbiamo subito un tiro. Francesco sta molto bene, è un giocatore che sarà sicuramente importante. E’ rimasto in panchina perché avevo letto la partita in un certo modo. La staffetta Borriello-Totti è stata una scelta in corsa. Così come lo era stata quella presa all’inizio. Sono giocatori super disponibili, ma con caratteristiche diverse. Francesco è un esempio per i compagni. Poi non l’ho mai visto allenarsi così bene nemmeno quando stavamo insieme in squadra. Totti è un valore anche per il suo comportamento. Per me in questo momento la Roma non può supportare le tre punte. Lui può essere da supporto all’allenatore, però. Doni? Cercherò di essere sempre onesto e chiaro per non avere dispersioni. Se lui va in campo è perché credo sia più bravo di Julio. Anche se è brutto dirlo. Pizarro? Scelta mia, forzata. Sono tre giorni che parlo con lui, lui non voleva giocare, l’ho costretto a farlo». E ancora, sempre sorridendo e senza slacciarsi il nodo della cravatta. «Il modulo lo determinano gli interpreti, i giocatori. Non c’è un modulo vincente altrimenti lo adotterebbero tutti. L’importante è che i giocatori migliori giochino nelle posizioni a loro più congeniali. De Rossi andava espulso? Io cercherò per quanto possibile di non parlare mai dell’arbitro, non voglio cadere in polemiche che non mi competono, ovviamente anche quando mi saranno sfavorevoli. Stavolta il giallo ci poteva stare, ma non era un fallo volontario. E’ una situazione di gioco, alla fine. Sarebbe carino, su questi argomenti, fare anche delle interviste agli arbitri...». Su Borriello, poi. «Fa reparto da solo, va bene incontro al pallone, va in profondità. Se ha giocato da solo lì è perché penso lo possa fare: si è dato da fare, è un giocatore molto importante anche lui. Ma la priorità della squadra al momento è la difesa. Vista la situazione, ci si aiuta con le vittorie: la Roma aveva paura, non so il motivo ma sembravano un po’ sfiduciati anche perché sono giocatori un po’ emotivi. Questa è stata una vittoria importante, sotto questo punto di vista. Una vittoria voluta, difesa e meritata».