rassegna stampa roma

“A Roma per vincere”

(Il Messaggero – A. Angeloni) – Al primo giorno di scuola, Maarten Stekelenburg si presenta accompagnato dai genitori. Ci sono mamma e papà, poi il piccolissimo figlio Sem e la moglie Kim. Lui è lì, alto, grosso e timidissimo. Ride,...

Redazione

(Il Messaggero - A. Angeloni) - Al primo giorno di scuola, Maarten Stekelenburg si presenta accompagnato dai genitori. Ci sono mamma e papà, poi il piccolissimo figlio Sem e la moglie Kim. Lui è lì, alto, grosso e timidissimo. Ride, arrossisce. Poche parole e misurate.

L’iniziazione giallorossa viene battezzata anche dal suo manager, Robert Jansen, primo mediatore tra Roma e Ajax per portare Maarten nella capitale. Tutto è pronto, si può cominciare con le domande. Anzi no, prima c’è Walter Sabatini che deve precisare un paio di questioni, su Pizarro e su Juan. Fatto. Arrivano le prima (più o meno) parole di Stekelenburg. Tradotte, per la cronaca, da una gradevole interprete. Si accendono i flash e le telecamere: Maarten Stekelenburg mostra la sua nuova maglia, la numero 24 (ma perché la numero 1 non la prende più nessuno?). Perché quel numero? «E’ il giorno in cui è nato mio figlio», spiega l’olandese, che è costato alla società giallorossa poco più di sei milioni di euro.

Alla fine Stek, come lo chiamano in Olanda, ha battuto la concorrenza di Romero e di Kameni, prima uno poi l’altro sempre molto vicini alla Roma. Stek il gatto, altro nomignolo olandese, costava troppo e l’Ajax pretendeva tanto e subito e l’affare ha rischiato di saltare. E’ stato un investimento pesante e non accadeva dai tempi di Pelizzoli. Tra l’ex atalantino e l’olandese, sono passati portieri svincolati, promesse o mezzi infortunati. Qualcuno è andato molto bene, altri benino, altri si fatica a ricordarli. Per Stekelenburg è una bella responsabilità, l’occasione della vita, della maturità professionale. «La Roma è comparsa molto presto e nel momento in cui mi ha cercato è stata quello che volevo e desideravo di più. Sono stato qui per le visite mediche lo scorso week-end e ho conosciuto Luis Enrique, Franco Tancredi e alcuni compagni. Ho iniziato solo adesso l’allenamento e sono contento e orgoglioso di essere finalmente qui. L’obiettivo? Vincere trofei». Vincere, lo vogliono tutti. Figuriamoci uno che ha un palmares ricco e viene da un secondo posto al mondiale sudafricano. Nell’ultimo campionato è stato fermo per un bel po’, ha subìto un infortunio alla mano. Una noia infinita. «Mi sono rotto il pollice e sono stato fermo due, tre mesi, non cinque come s’è detto. Ora sto bene, non ho problemi. I miei difetti come portiere? Spero che i miei lati negativi non si vedano mai, vorrei evidenziare i pregi. Non vedo l’ora di cominciare (gli tocca l’amichevole tra Olanda e Inghilterra il 10, poi forse sarà convocabile per Valencia). Ora ho tutto ciò che desideravo». Stregato dalla Roma, dunque, dal suo progetto. Stekelenburg è affascinato dalla nuova filosofia romanista, dal calcio spumeggiante. «Ho parlato con Luis Enrique e ho conosciuto il suo progetto, è uno che ha a cuore il bel calcio e a me questo piace. Abbiamo parlato della struttura tattica, prenderò parte a tutto molto volentieri. Penso sarà un bel team dal punto di vista del gioco». Non ha modelli, però ammira quello che in Olanda viene considerato un mito. «Un portiere che mi piaceva, penso a van der Sar. Io meglio di Buffon? E’ un ottimo portiere e non sono qui per dire che sarò io il migliore. Farò di tutto per dare il meglio e per fare una buona stagione, mi importa stare bene e fare le fortune del mio team».

S’era detto: come Doni, anche Stekelenburg aveva messo qualcosa di suo (soldi) pur di venire a Roma. «Non sono io l’unico artefice della trattativa, i meriti vanno anche al mio manager e al mio staff. Posso solo dire che voglio giocare per la Roma e che sono contento di essere finalmente qui dopo qualche settimana. Forza Roma». Luis Enrique, intervenendo a Roma Channel, ha commentato il sorteggio di Europa League («lo Slovan è avanti con la preparazione, sarà una sfida temibile»), e ha dato il benvenuto a Stekelenburg. «Alza il livello tecnico della squadra. La società lo ha voluto fortemente. Sono sicuro che saprà inserirsi bene, perché a Roma c’è un grande gruppo, che ha un grande valore umano. Stekelenburg è un calciatore di qualità. E io sono contento per come stanno andando le cose».