(La Gazzetta dello Sport - N.Berardino) - La rabbia del Catania scorre tra il silenzio (quello imposto al tecnico Giampaolo e ai giocatori) e una frase piena di veleno anche se ricoperta da un sorriso amaro.
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Pulvirenti all’arbitro: «Hai fatto la doppietta»
(La Gazzetta dello Sport – N.Berardino) – La rabbia del Catania scorre tra il silenzio (quello imposto al tecnico Giampaolo e ai giocatori) e una frase piena di veleno anche se ricoperta da un sorriso amaro.
Il presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, racconta il faccia a faccia con l’arbitro Brighi nel dopo partita dell’Olimpico: «Gli ho detto: "Complimenti, hai fatto una doppietta...» . Poi, aggiunge: «È stato il goleador della partita. Sì, certo anche Borriello e Vucinic hanno fatto due gol ciascuno...» . E poi: «Ora posso aspettarmi di essere deferito, squalificato...» . Come dire, dopo quello che è successo contro la Roma, cosa mi può preoccupare?
Errori e complimenti Pulvirenti non mette tutto nel mucchio di una partita persa dopo aver avuto tra le mani una vera impresa. «Sul 2-1 per noi la partita era aperta e combattuta. La Roma è una grande squadra e poteva ribaltare il risultato senza quei due errori clamorosi dell’arbitro. Le valutazioni di Brighi sul secondo e terzo gol della Roma sono due episodi che hanno condizionato la partita» . Il presidente non cancella comunque neppure per un attimo la bella prova del Catania. «A fine partita ho fatto i complimenti ai miei ragazzi. Come già contro la Lazio, all’Olimpico abbiamo dimostrato di essere una squadra organizzata, che sa fare bene sia la fase difensiva sia quella offensiva» . E poi, la frase detta a Brighi, apparecchiata con una premessa che vuole dare più forza alle sue parole: «Ho sempre parlato bene degli arbitri, ma dopo quello che è successo questa volta non possiamo proprio stare zitti..» . L’orgoglio per una classifica che sorride a quota 20 non fuga assolutamente i conti di giornata. «Punti pesanti» sono quelli che Pulvirenti non si ritrova nel pomeriggio beffardo dell’Olimpico. E così quegli «errori clamorosi» fanno ancora più male.
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