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Pruzzo e il mal di goal: “Borini per guarire”

(Il Messaggero – M. Ferretti) – Tre partite ufficiali, due soli gol all’attivo. E nessuno su azione manovrata: uno da calcio d’angolo contro lo Slovan all’Olimpico (autore Perrotta), l’altro complice una goffa respinta di...

Redazione

(Il Messaggero - M. Ferretti) - Tre partite ufficiali, due soli gol all’attivo. E nessuno su azione manovrata: uno da calcio d’angolo contro lo Slovan all’Olimpico (autore Perrotta), l’altro complice una goffa respinta di Agazzi dopo un calcio di punizione contro il Cagliari (De Rossi).

 

Roma con il mal di gol? Impossibile negarlo, al punto che lo stesso Luis Enrique, domenica pomeriggio, l’ha confermato. Del resto, nessun attaccante è andato ancora a segno. E pensare che il tecnico asturiano ha a disposizione otto opzioni (sette contro il Cagliari perchè Lamela è ancora convalescente) per l’attacco anche se il nodo della faccenda appare l’intera fase offensiva. Roberto Pruzzo, 106 reti con la maglia giallorosa, ha individuato, però, alcune individualità nettamente al di sotto delle attese. «Osvaldo, ad esempio, mi è sembrato fuori condizione. Me lo ricordavo come un attaccante veloce, tecnico, bravo nel saltare l’avversario invece contro il Cagliari non ha azzeccato una giocata. Mi è sembrato pesante. Forse negli ultimi tempi si è allenato poco, chissà. Ma era irriconoscibile». O Rey di Crocefieschi ne ha anche per Bojan. «È vero che ha giocato un sacco di partite con il Barcellona, che ha vinto tutto ma in Spagna non è mai stato titolare. Quindi non aveva grosse pressioni. Ecco, non vorrei che lui qui a Roma stesse pagando il peso di essere uno dei titolari. Magari non c’è abituato e ha bisogno di giocare con maggiore continuità. L’ho visto troppo timoroso», il giudizio di Pruzzo, 165 reti complessive in carriera conm le maglie di Genoa, Roma e Fiorentina.

Più un problema di uomini o di gioco? L’ex centravanti non ha dubbi. «Bisogna dare tempo a Luis Enrique di provare e riprovare, non bisogna avere fretta. Mettere in discussione adesso l’allenatore non è corretto: se tra tre mesi, la squadra non dovesse dare segnali importanti allora sì. Adesso no. Quando il gioco sarà più fluido, vedrete, anche la fase offensiva ne risentirà positivamente. Intanto, per favore, non parlate di questo fuori posizione o quell’altro che gioca in un ruolo non suo. Vi racconto una cosa: tanti anni fa, quando alla Roma arrivò Ciccio Graziani tutti erano convinti che io e lui, due centravanti, ci saremmo pestati i piedi, che non saremmo mai stati tatticamente compatibili. Invece è bastato giocare io una volta un po’ più in là e lui un po’ più al centro (poco, a dire il vero..., ndr) e viceversa per trovare la soluzione». La Roma, però, segna davvero poco. «L’unico che contro il Cagliari lì davanti mi è sembrato in condizioni accettabili è Totti. Ma devo dire che mi ha sorpreso, e parecchio, Borini. È entrato in campo con grande personalità, si è proposto, ha anche segnato un gran gol che gli è stato annullato. Forse Luis Enrique non lo conosceva bene, dato che Borini era arrivato a Trigoria da tre giorni, ma - visto come si è comportato - avrebbe meritato di giocare di più, e magari dall’inizio», il virgolettato di Pruzzo. Infine, una raccomandazione. «Spero che Luis Enrique non vada in confusione, sarebbe la cosa peggiore per lui e per la Roma. La squadra, e l’ha detto anche De Rossi, non è attrezzata per puntare subito ai vertici del campionato, ma questo potrebbe addirittura rivelarsi un vantaggio. Lo so che sembra paradossale, ma avere addosso minori pressioni potrebbe aiutare la Roma a crescere bene».