rassegna stampa roma

Processo Roma. Fragile e da rinforzare Primo rimedio: Kjaer

(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Luis Enrique aveva sentito puzza di bruciato. «Perché dobbiamo giocare a Valencia — aveva chiesto ai suoi dirigenti appena «scoperto» l’appuntamento spagnolo — ? Una squadra che...

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Luis Enrique aveva sentito puzza di bruciato. «Perché dobbiamo giocare a Valencia — aveva chiesto ai suoi dirigenti appena «scoperto» l'appuntamento spagnolo — ? Una squadra che farà la Champions, più rodata di noi, rischiamo di fare brutta figura».

Aveva ragione, ma a quel punto l'amichevole era stata fissata, impossibile tornare indietro. Impossibile pure uscirne in modo meno disonorevole. Lo ha spiegato lo stesso Enrique, nella lunga noche valenciana. «Se vai in campo al Mestalla, contro una grande come il Valencia, e non sei al 100% fisicamente e mentalmente, prendi sberle».

Stitichezza E lui, a suoi ragazzi, avrebbe dato pure il resto. Perché la Roma ci ha messo del suo. «Errori infantili». Luis Enrique lo dice al fischio finale all'inviata di Mediaset, lo ripete a Roma Channel, lo ribadisce nella conferenza notturna, dove arriva dopo un'eternità perché nel frattempo pare abbia fatto il primo vero cazziatone della stagione alla squadra. Per gli errori grossolani che hanno spianato la strada al Valencia e la distanza abissale tra i reparti, in particolare per lo scarso aiuto che gli attaccanti hanno offerto in fase di non possesso. La stitichezza della squadra sta diventando un elemento di preoccupazione: se si escludono le due esibizioni contro boscaioli e Sud Tirol, la pre-season romanista è andata in archivio con due gol segnati e sei subiti in quattro partite (due da 45'). Reti realizzate dai baby Caprari e Viviani oltretutto, i big dell'attacco ancora a secco. A Valencia, se Bojan è apparso volenteroso ma sfortunato, Borriello e Totti sono stati un pianto: svogliato e fuori ruolo l'uno, macchinoso e nervoso l'altro. Sorpresa Ma non è l'attacco che preoccupa Luis Enrique. Piuttosto, sono le fragilità difensive e l'emergenza a centrocampo a turbarlo, a pochi giorni dall'esordio in Europa. Non che, anche qui, Luis Enrique non avesse avvertito per tempo. A Bratislava, giovedì, mancheranno lo squalificato De Rossi, l'infortunato Pizarro (oggi gli esami confermeranno la lesione muscolare) e forse pure il claudicante Perrotta (distorsione alla caviglia destra). L'allenatore, che a centrocampo tenterà di inserire Lamela, pensa di tamponare l'emergenza con il reintegro di Andrea Bertolacci, destinato a tornare a Lecce ma non prima di aver dato una mano alla Roma.

Mercato Il tutto in attesa che Walter Sabatini porti a casa i 3-4 rinforzi necessari al salto di qualità. Il d.s. si è confrontato con l'allenatore al Mestalla e con l'a.d. Fenucci a Trigoria, ieri mattina: necessario uno sprint sul mercato. Che Sabatini ha piazzato subito in difesa, dove la Roma sconta la perdurante assenza di Juan: molto vicino l'accordo con il Wolfsburg per il danese Kjaer, prestito di un anno in cambio di 2 milioni e prezzo del riscatto tra 12 mesi fissato a 8. Il giocatore avrebbe già avuto il via libera dall'allenatore Magath. Anche Casemiro, il primo obiettivo a centrocampo, sta brigando per venire a giocare in Italia, nei prossimi giorni il suo agente Fressato sarà qui e Sabatini tenterà di chiudere. Infine, l'attacco: la Roma avrebbe in mano Osvaldo, ma prima vuole tentarle tutte con il Villarreal per Nilmar. Un film già visto.