(Gazzetta dello Sport) Il primo scoglio è superato, avanti un altro. La Roma piega il Milan e approda alla semifinale per lo scudetto Primavera, con tanto di tre pali in un primo tempo da applausi: poi tutti coperti e 1-0 portato a casa meritatamente col gol di Montini.
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Primavera. Gioia De Rossi «Primo tempo mai così bello»
(Gazzetta dello Sport) Il primo scoglio è superato, avanti un altro. La Roma piega il Milan e approda alla semifinale per lo scudetto Primavera, con tanto di tre pali in un primo tempo da applausi: poi tutti coperti e 1-0 portato a casa...
GIOIA DE ROSSI Il tecnico Alberto De Rossi non nasconde la soddisfazione: «Felice per il risultato, ma dobbiamo rimettere un po’ di cose a posto in vista della semifinale. Perché dopo un primo tempo arrembante, con un gol e tre pali e un Milan costretto a subire il nostro gioco arrembante siamo calati molto. Ribadisco: io un primo tempo così non lo vedevo da tanto. Il problema è che non avendo giocato i playoff probabilmente abbiamo pagato nella ripresa. Ma i ragazzi hanno tenuto bene un grande Milan. Ci aspettavamo una loro reazione, puntualmente arrivata. Ma la squadra ha saputo soffrire. Adesso? Di sicuro la seconda frazione della semifinale, mercoledì a Pistoia, la giocheremo meglio di questo quarto — spiega l’allenatore giallorosso — perché il fisico si sta abituando a giocare in queste condizioni climatiche» .
FIDUCIOSI Una Roma apparsa comunque in palla. I due pali da Caprari e quello di un Montini scatenato, oltre al gol messo a segno, avrebbero potuto portare a un risultato clamorosi contro un Milan sulla carta fra i favoriti per la vittoria finale. Mattia Montini ha vissuto dunque il suo giorno di gloria: «Questo al Milan è il gol più importante della mia carriera. Adesso abbiamo già la testa alla semifinale. Questo quarto è stato tosto: una partita molto combattuta, ma d’altronde ce l’aspettavamo. Nella ripresa, nonostante il calo, comunque stiamo stati bravi a gestire il vantaggio, senza correre mai veramente seri pericoli. Ci crediamo? Certo: siamo qui per arrivare fino in fondo» . Berardi contrito: «È colpa mia. Non sono un pivello, ma nella concitazione temo di aver perso un po’ di freddezza»
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