Forse se gli avessero fatto vedere, in tempo utile, il mitico Totòtruffa 62 chissà, James Joseph Pallotta detto Jim avrebbe capito al volo in che razza di trappolone stava per ficcarsi con lo stadio di Tor di Valle. Si, è stato tutto scritto. L'americano con la grana che nell'immaginario giallorosso avrebbe solcato l'oceano col leggendario valiggione zeppo di dollari per costruire una squadrona più bella e più superba che pria.
rassegna stampa roma
Povero Pallotta, gli hanno fatto una Totòtruffa chiamata Stadio
Sembra la commedia in cui gli ‘ammericani’ ignari si comprano la Fontana di Trevi. Il solito delirio romano tra cubature tagliate, mazzette, ippodromi palazzinari e zoccole
Promesse impietosamente rinfacciate notte e dì sulle radio della capitale dai tifosi imbufaliti dopo otto anni in cui "non si è vinto niente li mortacci loro". Nelle vesti di Totò e Nino Taranto le giunte Alemanno e Marino che ricambiano la sòla dello scudetto che non viene "vendendo" a James autorizzazioni, permessi, ponti e varianti che non hanno. Per poi salire sull'otto volante di Virginia Raggi: prima no, poi sì, quindi forse. Che adesso è diventato un boh, l'interiezione preferita all'ombra dei Fori, scrive Padellaro su Il Fatto Quotidiano"
A Boston, insomma, a qualcuno cominciano a girare le scatole anche perché con gli amici di Unicredit era stato chiaro quando si erano rivolti a lui, uomo forte del RaptorFund, comproprietario dei Boston Celtics (basket), affinché si accollasse una gloriosa società piena di debiti (con la banca) e sull'orlo del disastro. In soldoni: io di calcio non so nulla e della Roma neppure ma se mi fate fare i lo stadio, ok il prezzo è giusto. Ok rispose Unicredit sempre in soldoni: visto che gli porti un investimento da un miliardo di euro e migliaia di posti di lavoro, in Campidoglio vedrai ti accoglieranno come il messia. E per rendergli tutto più facile insieme ai buffi della As Roma gli accollarono anche il costruttore Luca Parnasi e i terreni con le zoccole.
Il problema fu che insieme all'estroverso palazzinaro James dovette accollarsi in blocco la sua catena di affetti (per ritrovarci in mici miei manca solo il cane Birillo). Comprese le mazzette e i favori che l'estroverso palazzinaro distribuiva generosamente, previa comunicazione telefonica. Insomma: altro che Fontana di Trevi, provate voi a comprare il nulla del nulla - neppure una pietra, un'impalcatura, che so una staccionata - per 73 milioni di euro. Tanto ha scucito in otto anni l'americano contribuendo, si presume, alla prosperità di numerose famiglie. Comprensibile che adesso James minacci di vendere la Roma al primo arabo che passa (l'ultimo, Al Qaddumi, meriterebbe un film a parte: firmò un preliminare con Pallotta per entrare in società ma poi si scoprì che era l'unico sceicco squattrinato in circolazione). E siccome Virginia tentenna, assediata dalla rivale Roberta Lombardi che pretende lo stop allo stadio, Baldissoni evoca il danno erariale, con relativo processone. Ma qui siamo dentro Un giorno in pretura.
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