(Il Romanista-C.Zucchelli) Parecchie ombre e qualche luce. Per prima cosa il risultato: la Roma, nel triangolare di Innsbruck, perde 3-0 la prima partita col Paris Saint Germain e vince 1-0 la seconda contro il Wacker Innsbruck, classificandosi seconda nel torneo.
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Poca Roma, ma niente drammi
(Il Romanista-C.Zucchelli) Parecchie ombre e qualche luce. Per prima cosa il risultato: la Roma, nel triangolare di Innsbruck, perde 3-0 la prima partita col Paris Saint Germain e vince 1-0 la seconda contro il Wacker Innsbruck, classificandosi...
Con tutto il rispetto per la squadra che organizzava il triangolare, a fare rumore sono le tre reti prese dalla nuova squadra di Jeremy Menez.
Eccola, la chiave di tutto: la squadra. I francesi sembrano esserlo, la Roma ancora no. Sembra – ed è – un cantiere aperto, che deve ancora assimilare tutte le novità portate da Luis Enrique e dal suo staff e che deve, soprattutto in difesa, ritrovare i suoi uomini chiave. Nessun dramma, visto che ieri era il 26 luglio. Solo la consapevolezza che bisognerà lavorare ancora tanto. E bene. Perché qualche cosa di positivo si è visto anche al Tivoli Stadium: triangolazioni, possesso palla e pressing a tutto campo. Non basta però.
Da venerdì a Trigoria si ricomincia a sudare. E costruire. Con la solita idea di base: il 4-3-3 che anche ieri sera è stato marchio di fabbrica della terza – e quarta – Roma di Luis Enrique. L’allenatore ha confermato le scelte fatte fino a questo momento partendo con Curci, in difesa Cassetti e Antei centrali con José Angel a sinistra e Rosi a destra. In mezzo al campo non c’è De Rossi – piccolo affaticamento muscolare per lui – e al suo posto tocca a Viviani, con a lato Pizarro e Greco. In attacco, con Bojan in tribuna e Vucinic in panchina, tocca ai “soliti” Totti – al centro – Borriello a destra e Caprari a sinistra. Nel Psg, che aveva battuto i padroni di casa 1-0 nella prima partita da 45 minuti, c’è ancora Menez. E ci sono scherzi, abbracci e sorrisi con tutti quelli che fino a tre giorni fa erano i suoi compagni di squadra. Sulle note assordanti di Robbie Williams, all’interno del piccolo ma bello stadio di Innsbruck vestito a festa (come gran parte della città che l’anno prossimo ospiterà le Olimpiadi giovanili), la Roma entra in campo sostenuta da quasi mille tifosi, sistemati tra tribuna e Curva Sud. I tifosi di casa, invece, non sono esattamente ospitali e dal primo minuto iniziano a insultare i romanisti. Neanche il tempo di cominciare e il Psg passa in vantaggio con Hoarau, bravo ad anticipare Antei intercettando di testa un calcio d’angolo. Il pallino del gioco è in mano alla Roma, al 9’ Sakho stende Borriello al limite dell’area: punizione battuta da Totti che, deviata, va di poco sopra la traversa. La Roma tiene palla ma sono i francesi ad essere pericolosi ogni volta che ripartono: esce Menez e il Psg raddoppia: assist filtrante di Nene, Gameiro supera Viviani e batte Curci in uscita. Altri sessanta secondi, altro gol: difesa della Roma – ancora scoperta – Nene di tacco serve Hoarau che facile facile ribatte il portiere giallorosso. Il maxi schermo dello stadio, al minuto 32, inquadra Luis Enrique: il volto è una maschera, prima si siede, poi si rialza e osserva la partita senza dire una parola. A salvare un po’la faccia ci prova Totti su punizione, ma il pallone termina di un soffio a lato, e poi dal limite dell’area, col portiere francese che blocca in due tempi. Da quel momento succede poco o nulla: l’arbitro fischia la fine, il Psg è già sicuro della vittoria nel torneo, i giocatori della Roma – soprattutto i giovani – tornano nello spogliatoio a testa bassa.
Nei secondi 45 minuti, contro i padroni di casa del Wacker Innsbruck, Luis Enrique cambia quasi tutto. Lobont va in porta, in difesa restano Rosi e Cassetti, Viviani va a fare il centrale e Taddei a sinistra. A centrocampo Pizarro centrale, Brighi e Perrotta ai lati. In attacco Caprari a destra, Vucinic a sinistra e Verre centrale. E’proprio il numero 38 a portare in vantaggio la Roma con un diagonale di precisione dopo un assist al bacio di Pizarro. I giallorossi, complice l’avversario nettamente più debole, mantengono il possesso palla e al quarto d’ora Rosi serve bene Vucinic che in corsa di testa manca di pochissimo il raddoppio. Ancora il montenegrino protagonista: prima di sinistro manda di poco a lato, poi serve Perrotta con un tocco sotto ma il numero 20 non riesce, in scivolata, a segnare. Finisce così, con la sensazione che le basi per qualcosa di importante ci siano ma che bisognerà lavorare ancora tantissimo.
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