(Il Romanista - C.Zucchelli) E’ arrivato a Ciampino intorno alle 14, è ripartito circa sei ore dopo. Sorridente, senza dire tante parole, limitandosi a un “Forza Roma, sono felice” che in questi casi ci sta sempre bene.
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Pjanic sbarca a Roma: è nostro
(Il Romanista – C.Zucchelli) E’ arrivato a Ciampino intorno alle 14, è ripartito circa sei ore dopo. Sorridente, senza dire tante parole, limitandosi a un “Forza Roma, sono felice” che in questi casi ci sta sempre bene.
Lui è Miralem Pjanic, 21 anni, ottimi piedi e carattere da vendere, centrocampista che da ieri è ufficialmente un giocatore della Roma. I giallorossi per prenderlo dal Lione hanno fatto un investimento importante: 11 milioni ai francesi, 1,8 più i premi per 5 anni al giocatore. Pjanic, almeno per quello che ha dimostrato fin qui, vale cifre così importanti: è considerato uno dei centrocampisti più forti a livello europeo, può giocare come trequartista ma anche più arretrato, ha personalità e ama andare spesso al tiro. Come detto, la sua è stata una visita lampo: era in ritiro con la Bosnia per le qualificazioni a Euro 2012, ha ottenuto il permesso di volare a Roma per sostenere le visite mediche. Oltre tre ore di esami, poi è ripartito, ancora una volta da Ciampino, per raggiungere la sua nazionale. Mercoledì tornerà a Roma, conoscerà Luis Enrique e i compagni e inizierà ad allenarsi a Trigoria.
Ieri intanto ha avuto un assaggio di quello che è il mondo romanista: ad accoglierlo in aeroporto decine di giornalisti e fotografi, con gli operatori dell’aeroporto alle prese, anche loro, con foto e video. Stessa scena al Gemelli, dove il giocatore ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Potrebbe parlare in nazionale, di certo lo farà a Trigoria la prossima settimana. Non ha avuto ancora tempo di organizzare il trasferimento da Lione, lo aiuterà la famiglia in questi giorni ma per i primi tempi potrebbe dormire in albergo oppure al Bernardini. Bosniaco, con passaporto del Lussemburgo e della Francia, ha una storia che sa di calcio e di riscatto. Pjanic è infatti nato il 2 aprile 1990 nella cittadina di Tuzla, attuale Bosnia-Erzegovina, ancora oggi roccaforte socialista in un paese fortemente nazionalista. Un anno dopo la sua nascita, la famiglia decide di cambiare aria, evitando per un soffio lo scoppio della guerra iniziata nel 1992. Si trasferiscono prima Germania, poi in Lussemburgo, dove la loro vita cambia radicalmente.
Il padre Fahrudin è un calciatore professionista e viene tesserato in un cub di prima divisione; completano il quadro la madre Fatima, il fratello Mirza e la sorella Emina. Miralem, a 7 anni, mostra già una certa predilezione per il pallone, così il padre lo porta ad allenarsi in un modesto club locale, lo Schifflange 95, col quale rimane per ben sette anni. Lì viene scoperto da Gui Hellers, mito del calcio belga, 17 anni con la maglia dello Standard Liegi e per 15 colonna della sua nazionale. Lo propone al Metz, club rinomato per la cura del settore giovanile e la pazienza dedicata ai campioni in erba. Firma il suo primo contratto, ancora dilettantistico, a soli 14 anni. A 17 l’esordio in prima squadra e tante buone prestazioni che attirano le attenzioni di club di prima fascia tra cui Milan, Arsenal e Barcellona.
La spunta il Lione, che brucia le rivali sul tempo e paga al Metz 8 milioni. Da lì la sua carriera decolla: gioca benissimo in Francia e ancora meglio in Europa, diventa l’erede di Juninho Pernambucano e si pone come uno dei centrocampisti più apprezzati della Ligue 1. Il rapporto coi dirigenti del Lione è ottimo (pare che Pjanic e la sua famiglia siano gente molto riconoscente) ma quando gli viene proposto il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2013, lui resta freddo. Inizia a valutare l’idea di cambiare aria, di andare in un campionato più competitivo. E la Roma, al momento giusto, gli offre questa opportunità. Che lui coglie al volo, abbassando, dopo una notte di trattative, la richiesta iniziale di oltre due milioni di ingaggio. Guadagnerà un po’ meno, ma giocherà in club che ha puntato, senza dubbi, su di lui. E sul suo grande talento.
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