(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) Sarà l'uomo che chiuderà il mercato della Roma, la classica ciliegina sulla torta, come si compete di solito all'ultimo acquisto di una squadra che sta cercando di cambiare completamente pelle.
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Pjanic: fuggito dalla guerra, ecco il piccolo Zidane
(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) Sarà l’uomo che chiuderà il mercato della Roma, la classica ciliegina sulla torta, come si compete di solito all’ultimo acquisto di una squadra che sta cercando di cambiare completamente pelle.
Oggi, infatti, dovrebbe arrivare la firma del contratto, una volta limate le ultime differenze e poi Miralem Pjanic, a tutti gli effetti, sarà un nuovo giocatore della Roma.
Identikit Ma chi è davvero Pjanic? Trequartista classico, lo scorso anno al Psg è stato spesso costretto a giocare da esterno offensivo sinistro, a causa dell'arrivo a Parigi dell'ex milanista Gourcuff. Dotato di grande fantasia (tra le sue specialità c'è l'assist), Miroslam ha grande proprietà di palleggio (in Francia lo hanno spesso accostato a Zinedine Zidane, soprattutto per quel suo modo di accarezzare il pallone con la suola), dribbling e progressione palla al piede. In più, cosa che non guasta mai, è anche un ottimo specialista sui calci di punizione. A Roma giocherà da interno di centrocampo, vicino a Daniele De Rossi, ruolo dove si dovrà adattare, ma che ha tutte le caratteristiche per ricoprire al meglio. Innamorato fin da bambino del Real Madrid («È il mio club preferito e lo resterà sempre, ai tempi di Zidane e Ronaldo mi ha fatto sognare ad occhi aperti» ha detto), proprio al Real Madrid ha segnato probabilmente il gol più importante della sua fin qui giovane storia calcistica. Era l'11 marzo del 2010 ed al Santiago Bernabeu si giocava il ritorno degli ottavi di Champions League, ritorno in cui il Lione eliminò le merengues proprio grazie all'1-1 siglato da Miroslam.
Storia Amante dello shopping, del cinema, di Cristiano Ronaldo e Messi, Miroslam è nato in Bosnia, da dove la famiglia l'ha portato via da bambino a causa della guerra. «Siamo andati in Lussemburgo, dove mio padre si è messo a giocare, per poi lavorare la sera. Io guardavo tutti gli allenamenti, mi sono innamorato così del calcio». Fino a quando a 14 anni non lo ha preso il Metz. Quattro anni di formazione giovanile e poi il grande salto in prima squadra. «Sono ancora innamorato di quella città e di quella squadra». La retrocessione, però, ha costretto il Metz a venderlo al Lione, dove in poco tempo si è affermato come vice Juninho, non uno qualunque. Gestito dall'IMG (International Management Group, società che ha tra gli altri anche Aguero, Federer, Sharapova e Tiger Woods), ha il triplo passaporto (lussemburghese, francese e bosniaco), ma dopo le giovanili con le nazionali lussemburghesi, ha scelto di giocare per la Bosnia. «Perché ogni volta che ci torno mi sento orgoglioso. Per me, per la mia famiglia e per il mio paese».
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