(Corriere dello Sport - P.Torri) - Non hanno litigato. Diciamolo subito, perché chi ieri sera era davanti al televisore, ma anche noi che eravamo seduti in tribuna, di sicuro, al momento del calcio di rigore assegnato alla Roma
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Pizarro, un urlo liberatorio
(Corriere dello Sport – P.Torri) – Non hanno litigato. Diciamolo subito, perché chi ieri sera era davanti al televisore, ma anche noi che eravamo seduti in tribuna, di sicuro, al momento del calcio di rigore assegnato alla Roma
, ha pensato che Pizarro e Borriello stessero litigando per chi dovesse tirare quel pallone che valeva molto più di una semplice vittoria. Nella tormentata stagione giallorossa, del resto, ci poteva pure stare che si litigasse per battere un calcio di rigore. Non è stato così.
RICOSTRUZIONE - Però la sensazione era stata forte e chiara. Dunque, Simone Perrotta va a recuperare un pallone, lo crossa al centro, giusto giusto sulla testa di Marco Borriello, Munari para, l’arbitro Damato assegna il tiro dagli undici metri. Pizarro, camminando, si va a prendere il pallone perché nel prepartita, in assenza di Francesco Totti, come rigorista era stato designato proprio lui. Il cileno sistema la palla sul dischetto. Borriello va a fare la stessa cosa. Che sta succedendo? Era successo che Pizarro aveva chiesto all’attaccante se voleva tirarlo lui e il numero ventidue giallorosso non si era certo tirato indietro (come ha poi confermato lo stesso centravanti a fine partita: « Pizarro mi ha chiesto se lo volevo tirare e io avevo detto di sì » ) . A quel punto, però, è intervenuto Vincenzo Montella dalla panchina urlando come ha urlato a Napoli quando tirò una bottiglietta a Fabio Capello. «Lo deve tirare Pizarro» le parole dell’allenatore. De Rossi e Perrotta sono quelli che le raccolgono al volo e vanno velocemente verso l’area di rigore per riportare l’ordine dell’Aeroplanino (oh, per noi rimane l’Aeroplanino). E allora, nuovo cambio sul dischetto, tocca al cileno. Rincorsa breve, Rosati da una parte, pallone dall’altra, con Pizarro che corre verso il piccolo spicchio di tifosi romanisti presenti, arriva a pochi centimetri da loro, la mano sul cuore e sulla maglia, esulta che è stato bellissimo vederlo.
ESULTANZA - Perché quell’esultanza ci auguriamo che abbiamo messo una pietra tombale sulla difficile stagione del centrocampista cileno, i problemi fisici, i problemi con Ranieri, il ritardato rientro dalle vacanze natalizie, il mistero di Genova (oddio, mica tanto mistero), il ritorno in pianta stabile nella formazione titolare da quando Montella ha preso il posto di Ranieri La partita di ieri sera, del resto, ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza fondamentale di Pizarro in questa Roma che è tornata all’antico per tornare a puntare alla qualificazione Champions, ripuntando sul quel quattrodue- tre- uno che, magari se ne può discutere, rimane a nostro giudizio il modulo migliore per sfruttare le qualità della rosa romanista.
PERROTTA - Un modulo, per esempio, che consente di rischierare Simone Perrotta in quel ruolo di trequartista centrale che il centrocampista calabrese ha dimostrato di gradire molto. Al punto da dire che la Roma è tornata: « Da qualche settimana è cambiato parecchio, siamo tornati a giocare con il vecchio modulo, soprattutto è tornato l’entusiasmo. Come abbiamo dimostrato qui a Lecce. In altre occasioni, dopo aver subito il pareggio, ci saremmo demoralizzati, invece stavolta ci abbiamo creduto e alla fine siamo stati premiati, magari anche con un pizzico di fortuna. Credo che questa partita possa rappresentare un’inversione di tendenza fondamentale per il finale di stagione» .
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