(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Un po’ «vittima» ci si è sempre sentito. Nell’ultimo anno, però, ha esagerato. Va bene l’insofferenza per i problemi al ginocchio, la rabbia per l’incapacità medica della Roma,
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Pizarro Dopo un’annata vissuta in altalena nuovi mugugni con Luis Enrique
(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Un po’ «vittima» ci si è sempre sentito. Nell’ultimo anno, però, ha esagerato. Va bene l’insofferenza per i problemi al ginocchio, la rabbia per l’incapacità medica della Roma,
la conseguente voglia di curarsi a casa sua, da chi diceva lui. Ma ne ha combinate parecchie, Pizarro: e il muso lungo perché c’era chi guadagnava di più, e le incomprensioni con Ranieri, e le vacanze di Natale prolungate, e l’ammutinamento al primo dolorino, e le convocazioni rimandate. Poi, d’improvviso, il miracolo: guarito, zompettante, a disposizione di Montella. Di nuovo titolare, sempre presente, il pilota della squadra. Ma è durata poco. L’estate, i cambiamenti, un allenatore nuovo con metodi nuovi e soprattutto una filosofia rivoluzionaria, almeno qui: basta lanci lunghi, da oggi dovete tenere el balon.
Retrocesso E allora? L’ideale per David Pizarro, no? Il problema per il cileno è sorto quando Luis Enrique ha aggiunto, tassativo: passatevi la palla velocemente, toccatela al massimo due volte. Non una di più! Fine dei ghirigori di Pizarro, delle sue giravolte. Tanto che il nuovo tecnico gli ha subito tolto il volante della squadra, mettendolo tra i piedi del pilota De Rossi. A Pizarro, Luis Enrique ha proposto un ruolo da navigatore, tradotto in termini calcistici: intermezzo di centrocampo, se preferite mezzala. Non il regista che il cileno è stato negli anni d’oro di Spalletti e nella prima fortunata stagione di Ranieri. E a questo punto si sono riattivate puntuali le malelingue: Pizarro è arrabbiato, deluso, non si sente considerato né dalla società né dal tecnico, continua a guadagnare meno di tanti suoi colleghi, mugugna, borbotta, insomma come si dice a Roma è una pila di fagioli. Sarà vero?
Un reparto da rifare Fosse l’unico senatore finito all’opposizione. Ai margini sembra finito un intero reparto, il centrocampo: il solo De Rossi è stato promosso senza riserve da Luis Enrique, Perrotta e Brighi possono tornare utili ma lungi dall’essere protagonisti, Greco è né carne né pesce, Simplicio nemmeno è stato portato in ritiro, meglio di lui pure Viviani. Taddei si è salvato perché fisicamente è tornato una bestia e può fare anche il terzino. Insomma, un reparto praticamente da rifare, anche perché vecchio. Oltretutto il più delicato, decisivo per gli equilibri della squadra e il suo funzionamento. Dopodomani, belli e brutti, buoni e cattivi, bravi e scarsi avranno tutti un’altra occasione per mettersi in mostra, contro il Vasas: chi farà cambiare idea a Luis Enrique?
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