Dalla prossima stagione per essere ammessi al campionato i club di Serie A dovranno raggiungere il pareggio di bilancio, scrive Marco Bellinazzo su "Il Sole 24 Ore". L'obbligo è previsto dalla disciplina de Financial fair play "made in Italy", entrata in vigore in via sperimentale da tre anni, e destinata ora anche alle altre serie. Finora il set di norme contabili è stato applicato gradualmente per accompagnare le società in un percorso virtuoso. In sostanza, si voleva abituare le proprietà a creare delle aziende economicamente autosufficienti, in grado di far fronte agli impegni finanziari. Dalla stagione che inizia il 10 luglio 2018, oltre ai parametri già adottati, si dovrà raggiungere l'equilibrio tra entrate e uscite anche se con alcune deroghe. E gli stessi principi dovranno essere applicati anche dalle società che militano in Serie B e Lega Pro. A partire dal 2016, le società del massimo campionato hanno dovuto dimostrare alla Covisoc di aver saldato gli stipendi e i contributi fino alla mensilità di maggio (inclusi i cosiddetti incentivi all'esodo), nonché i debiti da calciomercato verso le società estere (incluse le indennità di formazione). Inoltre, hanno dovuto attenersi al cosiddetto "indicatore di liquidità", vale a dire a un rapporto tra le attività correnti (i soldi depositati sui conti correnti) e le passività correnti (i debiti con scadenza entro i 12 mesi) pari inizialmente a o,4 e da adesso in avanti a o,6.
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Per i club di Serie A dall’anno prossimo obbligatorio avere conti in “pareggio”
Dalla stagione che inizia il 10 luglio 2018, oltre ai parametri già adottati, si dovrà raggiungere l'equilibrio tra entrate e uscite anche se con alcune deroghe
In altri termini, dovevano presentare un livello di debiti esigibili a breve non superiori al 60% delle disponibilità liquide in portafoglio. Il mancato rispetto di questa misura minima fmo alla stagione 2016/17 comportava semplicemente il blocco del calciomercato con l'impossibilità di fare acquisti, a meno che la proprietà del club non ripianasse la carenza finanziaria. Dalla stagione in corso invece incide sull'ammissibiità al torneo. La Figc per mitigare questo parametro ha inserito altri due indicatori correttivi. Nel caso in cui ci sia uno squilibrio dell'indicatore di liquidità, sarà possibile valutare altri due parametri: il cosiddetto indicatore di indebitamento e il costo della rosa. Se il club dimostra di rispettare un certo rapporto (pari oggi a 1,5) tra debiti totali e fatturato (la media triennale) allora può avere uno sconto di un terzo sull'importo da ripianare. Un ulteriore sconto di un terzo si può ottenere se si rispetta l'"indicatore del costo del lavoro allargato", costituito dalla somma di ingaggi e ammortamenti.
Il costo della rosa allargato non deve superare l'80% dei ricavi (sempre sulla media triennale, incluse le plusvalenze). In definitiva, un club che non sia in linea con l'indicatore di liquidità, per esempio per 30 milioni, deve ricapitalizzarsi per soli 10 milioni se è in linea con gli altri due. I bilanci dei club sono stati valutati in base a questi criteri patrimoniali già all'inizio della stagione 2015/16 dalla Covisoc, anche se non erano previste sanzioni e il risultato dell'esame non è stato ufficializzato. Ma Tavecchio ha raccontato più volte che le società virtuose si contavano sulle dita di una mano.
Per quanto riguarda invece i criteri economici e il pareggio di bilancio, a gennaio 2016, la Figc ha introdotto nuovi correttivi. La valutazione andrà fatta sulle tre annualità precedenti rispetto al campionato di Serie A al quale ci si vuole iscrivere. La Figc tollererà una "deviazione" pari al 25% rispetto alla media del fatturato dei tre esercizi. Qualora il deficit sia superiore a questa soglia, la differenza dovrà essere integralmente coperta dalla proprietà con apporti di capitale. Rispetto alla Uefa, la Figc ha scelto di permettere rifinanziamenti e immissioni di capitali per consentire alla proprietà di investire e facilitare l'attrazione nuovi investitori. Nelle situazioni più gravi, quando il deficit complessivo eccederà il 50% della media del fatturato triennale, la Covisoc potrà disporre il divieto di tesseramento di nuovi calciatori per due sessioni a decorrere dalla stagione 2019/2020. Per agevolare i club si prevede infine una norma transitoria in base alla quale per ottenere la Licenza di Serie A 2018/2019, il periodo di rilevazione comprenderà gli esercizi chiusi nel 2017 e nel 2016 e nel caso in cui il bilancio 2016 presenti un deficit lo stesso peserà sul conteggio finale solo per il 50 per cento.
(M. Bellinazzo - Il Sole 24 Ore)
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