rassegna stampa roma

Per Bojan è la grande occasione

(Il Romanista – C.Zucchelli) Quando il Barcellona affrontò l’Inter nella semifinale di Champions a maggio del 2010, lui fu impiegato soltanto al ritorno al Camp Nou.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) Quando il Barcellona affrontò l’Inter nella semifinale di Champions a maggio del 2010, lui fu impiegato soltanto al ritorno al Camp Nou.

L’andata, in cui il Barça fu sconfitto per 3-1, Bojan Krkic la vide soltanto dalla panchina. Stasera torna in quello stadio che, all’epoca, definì «splendido» e potrebbe essere protagonista fin dal primo minuto. Di fronte troverà molti di quei giocatori affrontati nel ritorno di diciotto mesi fa: allora entrò al 18’ del secondo tempo al posto di Ibrahimovic e contro c’erano Julio Cesar, Lucio, Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta, Sneijder e Milito, tutta gente che stasera ritroverà.

Al termine di una settimana per lui non semplicissima: contro il Cagliari sa di non aver fatto una grande partita, per il suo debutto in campionato all’Olimpico sognava tutt’altra prestazione, ne ha parlato molto con la famiglia - che si è trasferita a Roma per stargli vicino - e gli amici, compresi i big del Barcellona con cui ha un contatto diretto (Puyol era nella Capitale qualche giorno fa) e quotidiano.

Bojan ha parlato a lungo anche con Luis Enrique e con il mental coach Llorente: ragazzo sensibile che spesso soffre la pressione, ha cercato di mantenere la concentrazione e negli ultimi allenamenti è apparso piuttosto in forma. Per questo la possibilità di vederlo in campo dal primo minuto non è più così remota: Luis Enrique, che deciderà soltanto stamattina visto che si è preso un’altra notte per riflettere, sembra orientato a dargli fiducia, consapevole che lo spagnolo, anche per l’ambiente da cui proviene, è uno che si esalta in certe occasioni.

In certe notti, che sembrano fatte apposta per i grandi giocatori. Nei giorni scorsi ha avuto (e superato) dei piccoli fastidi alla schiena, dal punto di vista fisico è pienamente recuperato e dal suo entourage lo descrivono come «pronto a fare una grande partita». Da titolare, come detto, o anche partendo dalla panchina. Ci rimarrebbe male perché vuole dimostrare di non essere quello visto in queste prime settimane da romanista, ma a Barcellona era abituato a sfruttare i pochi minuti che l’allenatore gli concedeva visto che anche il fisico che ha gli consente di entrare subito in partita. Quello vuole e deve fare, consapevole che stanotte potrebbe tornare ad essere quel giocatore che a diciassette anni strabiliava tutta Europa. Non ci sarebbe occasione migliore alla Scala del calcio