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Pastore: La Roma? Se ne sta parlando…

(Corriere dello Sport – R.Maida) Ha partecipato al festival dei fischi, studiando e osservando, ren­dendosi conto del feroce desiderio di rinnovamento della Roma.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) Ha partecipato al festival dei fischi, studiando e osservando, ren­dendosi conto del feroce desiderio di rinnovamento della Roma.

Di quel rinnovamento all'americana lui, Ja­vier Pastore, sarebbe uno dei punti fermi, se Zam­parini decides­se di lasciarlo andare. Sarà per questo che ha sbagliato partita, svagato e forse un po' confuso dalle idee di mercato e da un avversario speciale. Alla fine il Palermo ha vinto, Pastore un po' meno. E' stato molto più il Palermo di Hernandez e Pinilla, che suo. SORRISI - Una barba accennata, un sorriso timido, l'atteggiamento garba­to. Pastore esce dalla doccia quasi sorpreso dell'attenzione/ attesa che i romanisti gli avevano dedicato. «For­se troppa...» dice. Ma cosa c'è di vero nell'ipotesi Roma? «Si parla, se ne è parlato» , spiega, con la franchezza di chi non ha ancora imparato le bugie del calcio. Se ne rende conto imme­diatamente, infatti, perché cerca un salvataggio in scivolata che non è ro­ba per fantasisti: « Per ora penso al Palermo. E credo di restarci. Non sia­mo in un momento facile e io voglio aiutare la squadra a uscirne » . L'ad­detto stampa che lo accompagna nel­le interviste lo sorveglia con attenzio­ne, controlla ogni suo movimento di labbra. E così El Flaco, il magro, non si sbilancia: « Di tran­sfer, di mercato, si di­scute alla fine della stagione, non adesso. Mancano ancora delle partite e bisogna lavo­rare per fare punti, per risalire la classifica che non si adatta alle dimensioni del Paler­mo » . L'AMICIZIA - Il vice di Zamparini, Gu­glielmo Micciché, definisce « stupi­daggini » le suggestioni di Pastore al­la Roma. E il suo grande capo assicu­ra che non si priverà del suo diadema a meno di offerte impressionanti. Ma il sentiero di congiunzione è già stato tracciato, perché lo zio Tom ha acqui­stato una calamita importante per il giocatore. Si chiama Walter Sabatini ed è l'uomo che scovò due anni fa Pa­store all'Huracàn, quando aveva ap­pena compiuto 20 anni e l'Argentina non si era ancora accorta di avere in casa un potenziale fenomeno. Grazie al direttore sportivo di allora, il Pa­lermo prese Pastore per 6 milioni. Og­gi lo può rivendere a quattro-cinque volte tanto. «Walter è una persona im­portante per me - conferma Pastore -ci sentiamo qualche volta, per parla­re del più e del meno. Ma non mi ha mai chiesto di venire alla Roma ». Chissà se que­sto sia vero. AMMIRAZIONE-Di sicuro Pasto­re risponde al profilo di cal­ciatore che vo­gliono DiBene­detto e compa­gni di avventura: bravo, giovane, con uno stipendio sostenibile (poco più di un milione a stagione, fino al 2015). E soprattutto è pieno di entusiasmo per un passaggio importante della carrie­ra.« Di sicuro la mia volontà è di cre­scere professionalmente». Alla Roma, con gente come Totti e De Rossi, sa­rebbe felice:«Chiunque sarebbe feli­ce di giocare con campioni del gene­re. E ce ne sono altri...». Il suo mana­ger, in un'intervista al nostro giorna­le, giusto qualche giorno fa aveva cal­deggiato un'accoppiata Totti-Pastore. Ieri Pastore ha fatto molto meno di Totti, ma aveva una maglia diversa.